4 DAVID …
4 DAVID …
alias,
Four David, four times beautiful?
The four Renaissance sculpture of David;
four different expressions of the Renaissance.

David di Michelangelo ,presso il Museo dell’Accademia Firenze.
Disegno.
Scrisse Giorgio Vasari nell’anno 1550 nella sua Opera :‘
:’ Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architettori’ :’
‘
:’ (…)Gli (a Michelangelo) fu scritto di Fiorenza d’alcuni amici suoi che venisse, perché non era fuor di proposito che di quel marmo che era nell’Opera (del Duomo) guasto, il quale Pier Soderini fatto Gonfaloniere a vita allora di quella città aveva avuto ragionamento molte volte di farlo condurre a Lionardo da Vinci ,
[ cfr. ; http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/09/17/il-david-nacque-da-un-fallimento-di.html ]
, et era allora in pratica di darlo a Maestro Andrea Contucci dal Monte San Savino eccellente scultore, che cercava di averlo; e Michelagnolo, quantunque fussi dificile a cavarne una figura intera senza pezzi, salvo che a lui, e ne aveva avuto desiderio molti anni innanzi, venuto in Fiorenza tentò di averlo. Era questo marmo di braccia nove, nel quale per mala sorte un Maestro Simone da Fiesole [ era in realtà, Agostino di Duccio ] aveva cominciato un gigante(un Ercole), e si mal concio era quella Opera, che lo aveva bucato fra le gambe e tutto mal condotto e storpiato; di modo che gli operai di Santa Maria del Fiore, che sopra tal cosa erano, senza curar di finirlo, l’avevano posto in abandono e già molti anni era così stato et era tuttavia per istare.
Squadrollo Michelagnolo di nuovo, et esaminando potersi una ragionevole figura di quel sasso cavare et accomodandosi con l’attitudine al sasso ch’era rimasto storpiato da Maestro Simone ( Agostino), si risolse di chiederlo agli operai et al Soderini, dai quali per cosa inutile gli fu conceduto, pensando che ogni cosa che se ne facesse, fusse migliore che lo essere nel quale allora si ritrovava, perché ne spezzato, ne in quel modo concio, utile alcuno alla Fabrica non faceva.
Laonde Michelagnolo fatto un modello di cera finse in quello per la insegna del Palazzo (Vecchio) un Davit giovane, con una frombola in mano, acciò che, si come egli aveva difeso il suo popolo e governatolo con giustizia, così chi governava quella città (Firenze) dovesse animosamente difenderla e giustamente governarla: e lo cominciò nell’Opera di Santa Maria del Fiore, nella quale fece una turata fra muro e tavole et il marmo circondato, e quello di continuo lavorando senza che nessuno li vedesse, a ultima perfezzione lo condusse.
Era il marmo già da Maestro Simone (Agostino) storpiato e guasto, e non era in alcuni luoghi tanto che alla volontà di Michelagnolo bastasse per quel che avrebbe voluto fare: egli fece che rimasero in esso delle prime scarpellate di Maesrto Simone (Agostino) , nella estremità del marmo, nelle quali ancora se ne vede alcuna.
E certo fu miracolo quello di Michelagnolo far risuscitare uno che era morto.’ (…)
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In English as Giorgio Vasari wrote in the vernacular (archaic Italian)
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Giorgio Vasari wrote in the year 1550 in his Opera: ‘The lives of the most excellent painters, sculptors and architects’:’
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: ‘(…) The (to Michelangelo) was written by Florence (Michelangelo was in Rome) by some of his friends to return to Florence. Because it was probable that a block of marble, abandoned in the Opera (del Duomo) could be assigned to Leonardo da Vinci (archenemy / colleague of Michelangelo),
by the will of Piero Soderini, at that time Gonfaloniere/Governor for life of the city of Florence.
]
In fact, that block of marble was about to be delivered to Maestro Andrea Contucci by Monte San Savino, an excellent sculptor, who had requested it.
But Michelangelo, although it was difficult to derive an entire figure from that block of marble by any sculptor except for Michelangelo himself, had the desire to sculpt it.
It was this marble block of nine arms, and it had already been partly sculpted by Maestro Simone da Fiesole [it was actually Agostino di Duccio]. Simone had begun to sculpt a giant (a Hercules), and it was already that sketch of a great disaster. This is why the Opera del Duomo had abandoned that piece of marble.
After examining that block of marble, Michelangelo decided to sculpt it. To do this he asked for the marble to be assigned to the Opera and Piero Soderini workers.
Michelangelo first made a wax model, and presented it as a new sign for Palazzo (Vecchio) ; a young David with a sling in his hand.
The figure of David was to represent a new David for the Florentines who would have well governed, like the biblical one, the Tuscan city.
He began to sculpt it in the Opera of Santa Maria del Fiore, in which he made a scaffolding that entirely surrounded the block of marble. In this way he quickly concluded the work drawing from the figure of David.
And this in spite of the fact that the marble had already been ruined by Maestro Simone (Agostino) crippled and this forced Michelangelo not to be able to completely obtain the figure he actually wanted to obtain.
In fact you can still see some scraps of Maesrto Simone (Agostino), in the end of the marble.
Michelangelo performed a miracle, because he revived a dead man'(…)
Vedi il post qui sotto :‘Pietrasanta; Little Athens? (…)’ dell’ 11/agosto/2015
direttamente attraverso il seguente link;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/08/11/pietrasanta-little-athens/
per la seguente questione :
:’ come mai nella Firenze del XV e XVI secolo ,nel cuore del Rinascimento,
un artista come Leonardo ( da Vinci ) [*] rifuggiva dall’utilizzare il marmo come elemento base per la scultura, preferendo a questo il bronzo,
e nella pittura insisteva sulla pittura ad olio evitando la pittura a fresco,
mentre
Michelangelo ( Buonarroti ) fece esattamente l’opposto ?
Una risposta ,
(…) ‘
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Affrontata innumerevoli volte nel corso del Rinascimento e nella storia dell’arte,
la figura del David merita un’attenzione ,mediante raffronto qui operato attraverso quattro Opere del Rinascimento fiorentino, del tutto particolare.
Il David(e) è una figura biblica dell’Antico Testamento ;
da semplice pastore – dunque di umili origini – a suonatore di arpa a guerriero valoroso che sconfigge un gigante (Golia) , a Re – il secondo dopo Saul – del popolo di Israele, che lascerà il trono con saggezza all’altrettanto saggio Salomone.
Quasi inutile dire/ricordare che la scalata sociale/politica del pastorello giudeo avviene sotto l’egida di Yahweh/Yahveh/Jahvè,
il Dio ebraico che tutto vede ed a cui spetta la vendetta, secondo le successive Parole di san Paolo ai Romani ,
sotto la Sua egida poiché Davide è un Unto di Dio, un Prescelto…[+]
Questa precisazione storica/religiosa,
è doverosa poiché nelle quattro Opere rinascimentali la figura del Davide ,in qualità di Re dei Giudei, non ricorre se non come pretesto per realizzare la raffigurazione di un universo completamente lontano e diverso da quello che generò simile figura biblica .
Al link di cui sopra ( e in ‘nota § ‘ in calce a questo post ) sono indicate alcune delle caratteristiche salienti del David di Michelangelo,qui di seguito è trattato in riferimento agli altri 3 DAVID famosissimi
;
un David dalle perfette proporzioni, che nelle intenzioni michelangiolesche (teoriche) è espressione di una rinascita anche POLITICA ( in senso repubblicano /Repubblica del Soderini…) ,nella Firenze (quasi ormai ‘anti’-) medicea , ma ancora dagli ideali di bellezza e Civiltà del mondo Greco classico. [++]
Dovendo essere summa piena della nuova Civiltà fiorentina al centro del Mondo e, conclusione/retaggio indubbio di tutto il passato dell’Umanità, il Suo David non poteva non essere espressione di callistenia – culturistico ante-litteram – ed inoltre non di dimensioni 1 a 1 cioè reali rispetto a quelle di un corpo umano, ma imponenti, così a rappresentare un novello gigante, il pastorello David , che ha ucciso e soppiantato – non senza contraddizione – il vecchio gigante Golia .
Accortosi progressivamente nel tempo, delle contraddizioni teoriche che il Rinascimento portava con se, poi espresse/riversate nelle stesse Opere realizzate, Michelangelo si rifugerà via via nel Suo ‘non finito’ ( tra cui ‘i Prigioni’ ) presenti peraltro nello stesso Museo dell’Accademia che ospita il Suo David in marmo di Carrara .
Fino ad essere artefice/antesignano, in un ultimo tentativo di coerente riassetto teorico, della nascita del Barocco in architettura .
( Tentativo quest’ultimo che avrà piena coerenza teorica e pratica )
Vedi in questo post,attraverso il seguente link :’
Circa:‘
Come mai Michelangelo ha prodotto un così grande numero di Opere scultoree ‘unfinished’ or ‘sketches’ ? ‘
Ecco le immagini del David di Michelangelo presso il Museo dell’Accademia a Firenze ;
Qualche fotografia ancora;
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Una nota,
su un curioso pensiero, mai realizzato, di Michelangelo Buonarroti;
allorché Michelangelo nel 1505 si recò sul Monte Altissimo (Toscana, Lucca) , dove c’ è la cava di marmo delle ‘Cervaiole’ , per scegliere il marmo per la tomba di Papa Giulio II della Rovere, ebbe l’idea si scolpire un grande colosso di enormi dimensioni, – in un grosso masso in cima a quel monte – , tale che fosse visibile dal braccio di mare corrispondente al Monte Altissimo, da tutti i naviganti.
Johann F. C. Gauss, il grande matematico tedesco di fine settecento, ebbe l’idea – altrettanto curiosa – di delineare mediante alberi la formula del ‘teorema di Pitagora’ , scritta in caratteri colossali, in modo che fosse visibile dallo spazio, nell’ipotesi che qualche alieno/extraterrestre transitasse nei paraggi della terra!
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Si noti,
lungo il corridoio che porta al David di Michelangelo, sia a destra che a sinistra, le figure ‘non finite’ alias ‘i prigioni’ di Michelangelo .
[ Il David di Michelangelo è stato giustamente indicato come Opera di perfette proporzioni. Tuttavia se la si osserva con attenzione, sopratutto dal vivo, si noterà concentrando l’attenzione sulle mani ed i piedi che entrambi sono ‘sproporzionati’ rispetto alla figura nel suo complesso . Ciò è probabilmente dovuto ad una questione di statica prevista da Michelangelo ; dovendo la base – i piedi – sopportare un peso di varie tonnellate ( il David è figura di poco superiore ai quattro metri ) doveva avere una superficie idonea a tale carico. Non a caso il tronco accostato al segmento inferiore della gamba destra svolge anche una funzione di ulteriore sostegno. Avendo necessariamente dei piedi più grandi per una questione di statica, ecco che Michelangelo dovette scolpire delle mani in proporzione con i piedi . Inoltre nel tentativo di ‘nascondere’ la leggera sproporzione delle mani e dei piedi rispetto al resto della figura, Michelangelo fa leggermente raggomitolare le mani al suo David, e al piede sinistro ( a destra di chi guarda) gli dà un appoggio spostato un poco sulla punta riducendone visivamente la percezione di non proporzionalità ].
In dettaglio…
Ancora in soggettiva… Sempre in dettaglio ‘la musica’ non cambia.
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L’altro ‘alter ego’ della figura del David è quello altrettanto noto di Donatello ( Donato di Niccolò di Betto Bardi ),
temporalmente antecedente quello di Michelangelo e realizzato in bronzo, materiale, il bronzo, più affine per sua intrinseca struttura al mondo della pittura rispetto al marmo .
Ecco le immagini del David in bronzo di Donatello presso il Museo del Bargello a Firenze;
vedi nota [+++]
Qui Donatello, ancor prima di Michelangelo si distacca completamente dalla figura biblica e non solo da quella;
l’aspetto efebico
– termine eufemistico per non dire effeminato –
ci dice palesemente di una Firenze del tutto sotto l’egida della famiglia De Medici, ed edonistica senza mezze misure.
Ricordo solo che Donatello è seppellito nelle segrete della Basilica di San Lorenzo a Firenze vicino, e per volontà di,a Cosimo I° De Medici alias ,Cosimo di Giovanni de’ Medici detto il Vecchio.
Non che non vi sia proporzione e bellezza formale nel suo insieme, tutt’altro, ma quest’Opera ci mostra come l’arte possa essere anche gioco, amenità, piacere estetico ,ma non puramente estetizzante, ed anche, perché no, maliziosa allusione e invito ai piaceri .
Da notare l’espressione di questo David bronzeo;
; la fisionomia del volto, è palesemente più spiccata rispetto a quella (non) presente/quasi inesistente nelle Opere in marmo .
Ed ecco ,sempre di Donatello il Suo David in marmo , Opera giovanile;
vedi nota [+++]
Si nota subito, rispetto al Suo successivo David in bronzo il tentativo di Donatello , non riuscito, di creare qualcosa che Michelangelo – almeno nelle proporzioni – riuscirà a fare in pieno .
La ricerca di un rigore formale, espressione di un’antichità classica, a cui si vuole far riferimento nel tentativo di superare un passato teocratico espressione di un Medio-Evo ormai obsoleto .
Nella ricerca di un rigore formale ,
di un’Opera omnia riassunto di un Mondo fiorentino centro economico e culturale dell’ecumene,
Donatello ci arriverà a Suo modo, più con intuizione che con piena consapevolezza, col Suo David bronzeo sopra visto.
Conscio , a livello inconscio, che il passato non ritorna in vita e dunque da rielaborare in chiave moderna .
( Il fallimento formale della Sua Opera giovanile , il Suo David in marmo , fu li a ricordargli tutto questo ).
Il David di Andrea di Cione detto il Verrocchio,presso il Museo del Bargello a Firenze.
Il Verrocchio fu il primo maestro di bottega di Leonardo da Vinci;
Di poco successiva al David in bronzo di Donatello,
il David del Verrocchio rappresenta il tentativo di essere più fedele al testo biblico, sia nelle vesti – si noti il perizoma – sia nella fusione tra un passato teocentrico medioevale con quello antropocentrico del Rinascimento di cui il Verrocchio sarà un artefice artistico .
Si noti i bizzarri fiori a coronamento delle areole mammarie, ed il sorriso beffardo di un giovinetto scheletrico, per nulla di belle proporzioni .
Il risultato non convince ne esteticamente ne concettualmente .
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Infine si guardi sia attraverso il seguente link,sia le fotografie qui subito sotto,
un David attuale – contemporaneo -, Opera dell’architetto Antonio Pio Saracino, esposto nel giardino – estate 2015 – del Museo dell’Accademia ;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/05/28/voulez-vous-paris-6-sesto-ed-ultimo-post/
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[ Questo ‘novello David’ michelangiolesco di Saracino ha fondamentalmente queste prerogative ;
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* coglie nel segno nell’evitare di imitare pedissequamente l’Opera michelangiolesca, ma come in alcune Opere moderne di valore, pittoriche, scultoree od architettoniche che siano, coglie lo spirito dell’archetipo di riferimento .
In questo caso l’archetipo è l’Opera somma di Michelangelo.
In altre di altri artisti l’archetipo è un modello del mondo naturale da cui estrarre un principio informatore, come ad esempio la successione di Fibonacci fa con molti elementi naturali ( la pigna, il guscio di un mollusco …).
Dunque Saracino reinterpreta col suo David, l’altro ben noto David.
Questo suo lavoro ci appare come ‘velato’, privo di quei precisi tratti somatici che contraddistinguono una figura. E ciò insinua nell’osservatore il dubbio se :’:’ questo ‘David velato’ è tale perché esprime un pensiero rinascimentale ormai obsoleto, e quindi dall’inevitabile aspetto di una mummia,
o,
è tale perché riflette l’inconsistenza, l’indecifrabilità e le profonde contraddizioni del mondo contemporaneo ? ‘
( Un David contemporaneo che ci avverte che gli ideali fondanti il nostro mondo ,e di cui il vecchio David ne è il rappresentante, sono ormai al tramonto e quindi ‘il fantasma (la mummia) di se stesso’ ? )
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* Saracino inoltre mantiene fede all’idea del marmo di Carrara , ( un ‘bianco C ‘ non lontano dal ‘ bianco P ‘ in quanto a purezza ) dandogli tuttavia una forma ameboide ( come un’ameba ),sinusoidale assai efficace nel suo insieme nel rendere quasi velata l’intera fisicità del suo David. Così a renderlo come un’Opera shakespeariana , continuamente da rivisitare e reinterpretare . Infinitamente valida nel tempo .
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* Ma… si noti che il vuoto è attorno a quest’Opera, nessuno,tra i tanti visitatori del Museo,
– benché il modello di riferimento , l’archetipo , è li accanto,nella sala con lucernario -,
sembra accorgersi delle sue qualità .
Perché occorre una critica che giudichi per la folla informe le qualità di un’Opera e la informi di ciò…
La forma ‘ameboide’ ( ad ameba ) che caratterizza così efficacemente l’Opera di Saracino, sembra nel contempo qualificare il livello critico e quindi culturale della maggior parte dei visitatori. ]
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David;
che, innamoratosi di Betsabea ,già moglie d’altro uomo, ne uccide il marito per poterla ottenere.
David;
che pur conoscendo le intenzioni lascive, passate a vie di fatto, del proprio figlio Amnon per la sorella Tamar, evita ogni intervento per punire l’incestuoso rapporto…
E malgrado questo, David è
l’Unto,il Prescelto di Dio/Jahvè .
Prescelto non certo per il fatto che David possedesse un’etica superiore,visti i trascorsi di cui sopra… Ma Unto di Jahvè…
Come nel contrappunto in musica due melodie distinte si intrecciano,formandone una compita ed unica,
così
Bene e Male, forze distinte e contrapposte, si intrecciano senza pudore per formare un unico indecifrabile Disegno.
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L’utilizzo del marmo in Michelangelo
( se non l’unico scultore del suo tempo di questo materiale , certamente l’unico grandissimo artista di questa roccia metamorfica )
è in ottimo rapporto analogico , non solo tecnicamente , col mondo dell’archeologia; in cui l’archeologo scava, cioè toglie i sedimenti secolari per riportare alla luce i reperti di un mondo del passato.
Non per niente Michelangelo stesso parlava della scultura come l’arte del togliere .
Mentre l’utilizzo del bronzo, in molti artisti rinascimentali,
sta nel creare, ‘nell’aggiungere’ e non nel ‘togliere’, così nel tentativo di creare qualcosa di nuovo e non nel riscoprire/rispolverare ciò che già è stato , ciò che fu .
cfr. con quanto successivamente postato,
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Eseguendo la Sua prima Opera di un certo rilievo in marmo, – il Suo David in marmo del 1408 – Donatello ne intuì la profonda vetustà ; capì che con quell’Opera egli non faceva che rifarsi a modelli greco – latini ormai superati .
E da ciò molto tempo dopo, nel 1440 , Egli decise di affrontare lo stesso tema col mutato materiale, il bronzo e con mutato spirito interpretativo della figura del David ; un David che come sopra fatto cenno diviene efebico, gioioso con un gran desiderio edonistico che traspare dalla sua effeminata figura. Figura che ben rifletteva la Firenze medicea nella sua voglia di divertirsi,godendo appieno dei piaceri della vita. Relegando il mondo religioso a, ‘battesimi’ ‘matrimoni’ e ‘funerali’…
Ecco dunque il David bronzeo di Donatello del 1440
Poco più di una sessantina di anni dopo, Michelangelo
tenterà pari operazione; un David espressione di una Firenze ‘caput mundi’ rinnovata nello spirito ormai repubblicano e non più dominio della Signoria dei Medici ;
Un’Opera ideale riflesso di un Governo ideale; ecco cosa realmente rappresenta il David.
Un David michelangiolesco, certo più ‘ impegnato/engagé ‘ di quello bronzeo di Donatello, ma parimenti ‘laico’ e,
parimenti ‘antico’ – artisticamente – come quello marmoreo di Donatello .
‘nota § ‘ ;Appare ovvio che Michelangelo nell’eseguire,nel realizzare il suo David procede si può dire ,
da un lato ( quello politico ) per scelta, vedi in merito quanto al seguente post;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2016/06/24/bargello-and-surroundings/
da altro lato ( quello artistico ) per esclusione ; ovvero
(°) escluse la mancanza di belle proporzioni che vide nel David del Verrocchio,
(°) escluse ‘ l’aspetto efebico ‘ e giocoso del David in bronzo di Donatello, non adatto ad una solennità politica di un David che Michelangelo cercava – ed era richiesto dal momento politico a Firenze – come volontà di potenza.
(°) escluse un David di Donatello in marmo, dal panneggio che tanto ricorda un Proconsole romano, dunque Opere antiche, per cercare nella nudità dalle perfette proporzioni lo specchio artistico di una nascente realtà politica, quella repubblica fiorentina ( del Soderini ), che tanto agognava Michelangelo stesso .
Ottenendo dunque quale risultato?
Un’ Opera – il Suo DAVID – che altro non è se non:’
:’uno spirito faustiano prigioniero in un corpo/un materiale apollineo (il marmo) ‘
Da questa constatazione ,certo a livello quasi inconscio di Michelangelo Buonarroti stesso, nasce il suo tormento come artista, il suo sempiterno senso di insoddisfazione, che in parte si placava nel ‘non finito’ (the ‘unfinished’ or ‘sketches’).