Solo Al Secondo Grado

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Or…

maybe everyone except them

Pisa di Renzo Castelli . Giornalismo e non solo

Pisa di Renzo Castelli .
Giornalismo e non solo

Renzo Castelli giornalista emerito in Pisa.

Renzo Castelli giornalista emerito in Pisa.

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare.”

Frase attribuita al giornalista Luigi Barzini Jr.( Figlio del giornalista omonimo noto per il raid automobilistico Pechino-Parigi col Principe Scipione Borghese nel lontano 1907 ).

E forse questa frase ben si adatta allo stile di questo giornalista pisano – e non solo a lui – ,che ha dedicato gran parte della sua vita al giornalismo ed alla passione per i cavalli. Proprietario con la figlia di un allevamento di cavalli a San Rossore/Barbaricina.
Castelli è Autore di questo libro, del 2015 ,sui pisani o volti noti incontrati a Pisa,
visti-incontrati ‘en passant’ lungo una carriera da giornalista sportivo… Quella che fanno – come da voci di portineria – quei giornalisti che non sono dei fulmini di guerra in altri campi del giornalismo…Ma che per ‘giornalismo di relazione’ – chiamiamolo così – stanno ‘coi piedi al caldo’, come del resto Castelli afferma lui stesso attraverso sue parole testuali ad esempio su Giuseppe Meucci ( ‘scarso feeling con la scuola…’ ) ma aiutato da Renzo Passaponti, colonna del giornale ‘La Nazione’.
O come i precari Paolo Brosio , Giorgio Meletti e Antonio Tempera, da Castelli raccomandati a suo tempo a Brivio Sforza (Editore) e Carlo Rognoni (Direttore). ( Castelli si rammarica di non essere citato come loro mentore giornalistico, in Wikipedia )

Queste note iniziali sono qui riportate perché vogliono rendere idea di un universo in piccolo – quello della piccola provincia di Pisa – universo che riflette quello italiano nel suo insieme.
Dall’altro,
far giustizia ,una volta ogni tanto , del mondo del giornalismo che ha un privilegio unico o comunque raro;

quello di scrivere su tutte le altre categorie tranne che sulla propria.

Castelli, pisano puro, si annovera nel proprio libro come la millesima faccia conosciuta di Pisa, parlando di se a fine libro :” E’ così difficile conoscere e descrivere se stessi!” Parlando di se stesso per modo di dire, (vecchio vizio giornalistico!) Dunque, volontariamente o meno, consapevolmente o meno, Castelli  dà, con questo suo libro, occasione di far giustizia di questo privilegio/vizio giornalistico.

Ed infine un esempio di come sia difficile,anche o forse sopratutto, per un giornalista staccarsi da un certo campanilismo – il termine non è forse dei più completi/adatti – che gli impedisce di andare fino in fondo nel parlare di un concittadino, ‘per amor di contrada’.
Chi leggerà questo libro, non farà che percorrere in ordine alfabetico una carrellata di nomi di pisani ,e non, conosciuti da Castelli anche solo di vista ( come Ingrid Bergman con Roberto Rossellini ) o conosciuti dall’infanzia come Duccio Ducci, o riportati per sensibilità personale dell’Autore stesso come ad esempio un semplice ‘parcheggiatore abusivo’ senegalese Djope Ibrahhim.
I pisani avranno d’istinto da dire la loro su questo o quella figura pisana. Forti della comune conoscenza delle figure cittadine da Castelli riportate.
I ‘non pisani’, non potranno dire la loro come sopra, ma di certo percepiranno un senso di malinconia come nei ricordi d’infanzia dell’Autore etc…Quasi un involontario prospetto psicanalitico.
L’atmosfera resa da Castelli è ,seppur vagamente, – per rendere l’idea – quella resa da un vecchio film americano (1973) :‘ American Graffiti ‘, di George Lucas . O ,se si vuole, per altri aspetti, quella resa da ‘Glenngarry Glenn Rose’ (1992) di J. Foley ; in cui si narrano i retroscena della corsa al successo nel Nuovo Continente.
Al pari Castelli narra – solo accennando (lasciando dunque molto spazio al lettore di trarre le proprie personali conclusioni) – i retroscena di molti successi o fallimenti nella sua città… Su scala cittadina di provincia e senza pretese.
Come ,ad esempio, della , in apparenza sorprendente , folgorante passione di un ragazzo ,negli anni sessanta poco più che ventenne
con titolo nobiliare, doppio cognome che fa tanto chic, e con una proprietà agricola di famiglia ( presso Ghizzano di Peccioli ) su cui era necessario investire dei capitali
per una appena teen-ager (tredicenne) ma figlia di industriali farmaceutici locali …Vedi nota ( §)

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Qualche nome – volto noto – da Castelli elencato nel suo libro;

° Sophia Loren.
Incontrata – intervistata – dall’Autore all’inizio degli anni sessanta, quando l’attrice era in piena forma, riporta un inaspettato atteggiamento confidenziale della star nei suoi confronti al primo incontro. Un distacco totale ,tale da renderla inavvicinabile, in un secondo incontro.

°Romano Mussolini;
un figlio di Benito – il Duce – .
Il musicista Romano, marito di Maria Scicolone, sorella di Sophia Loren, intraprese la carriera di musicista jazz, distaccandosi da ogni vicenda politica.
Castelli lo incontrò nel gennaio del 1994, in occasione dell’inaugurazione di un cippo commemorativo in onore di Bruno Mussolini, l’aviatore fratello di Romano, morto a Pisa in un incidente d’atterraggio con l’allora aereo con motore sperimentale P. (Piaggio) 108, il 7 agosto del 1941 .Quasi inutile dire che il cippo fu prima imbrattato e poi lesionato, così che fu trasferito dall’area di fronte al Palazzo dei Congressi, all’interno dell’aeroporto militare di Pisa.
Castelli non cita – probabilmente per non dilungarsi troppo o per dimenticanza – che dopo l’incidente del lontano 1941, un monumento commemorativo venne posto sul luogo dell’incidente; ai limiti della pista di atterraggio dell’aeroporto militare di Pisa in zona Pisa sud (sulla darsena, di fronte all’attuale sede dell’albergo Galilei ). Ma dopo la caduta del regime esso venne distrutto dai partigiani. .

° Luca Telese
Un giornalista, come Castelli , incontrato a suo dire per caso, lo ricorda come persona ‘supponente’/presuntuosa.
vedi al seguente link;

https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2014/04/14/quando-cera-berlinguer-film-di-walter-veltroni/

Luca Telese; il genero di Enrico Berlinguer . Supponente per la statura dell’Autore, da Telese percepita come minuscola… o per alta considerazione della propria ?

° Arcivescovi G.Paolo Benotto (attuale vescovo di Pisa), Alessandro Plotti, vescovo emerito di Pisa scomparso un anno fa, e Don Amato Falaschi, sacerdote esorcista,fino a pochi anni or sono, di Bientina autorizzato all’esorcismo dal Vescovo, (Bientina; paesino tra Pisa e Pontedera, dove vi sono le reliquie di San valentino di Pisa – e non di Terni – , protettore degli indemoniati .L’attuale sacerdote, parroco esorcista di Bientina, è Don Ettore Baroni ).
In tutti e tre i casi/incontri, Castelli sembra mostrare divertito – divertendo molto chi legge – il suo atteggiamento irriverente verso i rappresentanti della Chiesa. Espressione di un atteggiamento iconoclasta/dissacrante tipico del mondo toscano ed in particolare di quello irriverente pisano verso ogni Credo religioso o meno .Tutto alle ortiche!
Difatti con il Vescovo Benotto polemizza sul titolo con cui deve rivolgersi a Benotto stesso,
con il Vescovo Plotti polemizza sul perché non apre le porte dell’arcivescovado agli albanesi allora profughi.
Con Don Falaschi entra in furibonda discordia per la capziosa richiesta di visionare il

‘registro dei casi trattati dalla Chiesa in ambito esorcistico’

Senza contare la citazione di Castelli ,
,anche veritiera ma del tutto impertinente e fuori luogo, di un medico antesignano di Freud, Joseph Breuer che studiando il fenomeno delle possessioni demoniache dal punto di vista prettamente medico suggeriva come rimedio (le possessioni statisticamente sono relegabili nella stragrande maggioranza all’universo femminile)

:’ un leggero ma prolungato massaggio nella zona clitoridea della donna che si considera posseduta’.

Citazione assolutamente disdicevole, di fronte ad un uomo di Chiesa ! ( Suvvia! che scandalo..! )

°Panchetti Elio;
fondatore del piccolo impero imprenditoriale ( piccolo a livello nazionale, ma grande a livello cittadino ) nell’ambito dell’edilizia.Recentemente scomparso.
Castelli ne parla come di un appassionato di cavalli e proprietario di una scuderia di cavalli in Barbaricina in via del Capannone. Lo ricorda come persona mite e bonaria.(Personalmente ricordo divertito ‘i sacramenti’ in cui esplose Panchetti quando prima – dopo le prime delusioni nel mondo delle corse dei cavalli – decise di affittare la sua tenuta/scuderia d’allevamento, e poi ,seconda delusione, quando i locatari non gli pagavano l’affitto !  – Queste vicende ricordano tanto la vecchia storiella sulla ‘felicità dei proprietari di grosse barche da diporto ;’ sono felici solo in due momenti; quando le comprano e quando riescono a venderle – ).
Tace invece Castelli, sulle vicende imbarazzanti di questo costruttore pisano, al momento del suo arresto per tentativo di corruzione…
Come tace sulle innumerevoli cause civili da Panchetti affrontate per lavori non ‘a regola d’arte’ etc…Il suo modo di agire con i  ‘servitori dello Stato’  era quello di massima disponibilità nel dargli  un appartamento – uso foresteria/comodato – e poi…
Una persona ,Elio, che per chi l’ha ben conosciuta, come chi qui scrive, sorprendeva per l’atteggiamento un pò schizofrenico di consumata  divertita e intelligibile furbizia fine a se stessa,da un lato, ( come ad esempio allacciare i fili della corrente di un  suo contatore inattivo, a quello di un contatore di un altro condomino, per dare luce ad un suo appartamento momentaneamente occupato da un suo operaio) ,per poi passare – con quasi assoluta discrezione – ad aiutare disinteressatamente/francescanamente  ‘un collega imprenditore’ , ( da lui ‘scelto’ in modo del tutto balzano), caduto economicamente in disgrazia, attraverso un comodato (vero comodato in questo caso…!), ‘sine die’, di un suo appartamento sfitto… Assumeva poi, come certamente di prammatica un pò dappertutto, nella sua Impresa edile, i propri parenti assicurandogli mansioni ‘da ufficio’ .Per poi spedirli a lavorare dopo una settimana sul cantiere senza tanti complimenti.
Aveva certo una grande opinione di se – mai espressa,ma non ben celata –  legata al suo successo imprenditoriale da ‘selfmade man’, opinione accompagnata da disistima di chi aveva formazione non ‘on the Road’  . Ma proprio per questo sembrava patire psicologicamente l’impossibilità di accedere ad un mondo culturale che sembrava dargli, silenziosamente, la patente di parvenu , dal sempiterno odore di calcina.                                                                                                                                                                                                             Elio,come costruttore, ebbe ovviamente la possibilità di realizzare edifici di gran pregio stilistico – magari anche solo uno, simbolicamente remunerativo , a memoria della sua città oltre che del proprio operato – ma ciò non è avvenuto dimostrando i limiti di un intero mondo imprenditoriale (cfr. con quanto ne :‘ Cantine ‘) ,dedito più a riversare ‘cifre di cemento’ che non ‘cifre stilistiche’ .                                                                                                                  E ciò che più dispiace è che questo vale anche per coloro  – architetti in testa – che pur avendo una solida/sensibile formazione culturale ,a differenza del personaggio qui sopra, hanno il suo stesso atteggiamento anche ‘in fieri’ ,soddisfatti di rabberciare la casetta di nonno, affermando pure di aver fatto un capolavoro tecnologico da ‘ultimo grido’ .             Se ‘architettura è costruire’ , in questo micro cosmo cittadino sembra dimostrarsi che non è vero il contrario .

° Professor  Aldo Pinchera;

Castelli ne parla giustamente come di un grande medico endocrinologo – pisano d’adozione, ma napoletano di origine – , uno dei massimi esperti a livello mondiale delle malattie della tiroide. Recentemente scomparso.

Anche in questo caso, peccato che Castelli non parla – cosa che un giornalista dovrebbe fare per dovere etico professionale – delle incredibili parcelle mediche richieste da questo professore per una semplice visita; ai suoi tempi l’equivalente attuale di circa 900 euro, per una sola visita. Come non parla della trovata, sempre dell’esimio  Professore , di prenotare uno scompartimento intero in treno, nel tragitto tra Pisa e Napoli, ( Napoli; la città natale dove spesso tornava il Professore ) per visitare i suoi devoti pazienti, così da non perdere tempo prezioso in un viaggio che sarebbe stato impensabile nel ‘gettare al vento tempo non remunerato’… Ricordo personalmente il mio stesso stupore nel sentire un  medico  – di chiaro valore – di mia conoscenza , parlar male, ‘cioè di megalomania’ nei confronti del Professor  Pinchera. ( Solitamente i medici,  tacciono le antipatie verso altri medici . Sopratutto nel raccontarle a dei semplici pazienti…In ciò il motivo del mio stupore )

°Romeo Anconetani;
patron del Pisa calcio, da tutti conosciuto come ‘Romeo’, è colui che portò il Pisa in serie ‘A’ – impresa riuscita in precedenza solo ad un altro pisano – . Un mito cittadino.
Anche in questo caso Castelli non ne cita le drammatiche vicende giudiziarie/finanziarie, come non cita i ‘rumours’ cittadini, sulla sua scarsa propensione a saldare i debiti ,anche piccoli, contratti con bottegai vari… Le miserie dei ‘grandi’ sembra non possano avere spazio. Solo le ‘miserie’ dei piccoli disgraziati sono additate a più non posso!?

°Paolo Brosio;
il giornalista già sopra citato, e da Castelli aiutato ad essere assunto come giornalista.
L’Autore – sulla scia di quanto sopra riportato sul suo atteggiamento irriverente verso il mondo religioso – ‘non commenta’ le scelte di pia devozione di Brosio, verso il mondo dei santuari.
Come non cita le vicende delle frequentazioni pericolose di Brosio di ‘viados’ , non celate da Brosio stesso, che probabilmente lo hanno portato a gettarsi mani e piedi nel mondo religioso… Come forse hanno portato la madre di Brosio a trasferirsi, dopo le imbarazzanti vicende del figlio prediletto , da Pisa a Querceta…

°Bottai Stefano;
Castelli lo ricorda come un ragazzo a suo tempo intraprendente

– io personalmente lo ricordo nelle sue ‘ performance fantasma ‘ da furiere al Distretto militare di Pisa,durante l’allora obbligatoria leva militare. Bottai era…sempre assente (come Dondi) e Taorchini ,il Colonnello del Distretto che mandava avanti un pò tutto, probabilmente ‘sapeva’ di ciò ma faceva finta di niente!….-

Bottai era lanciato nel mondo della politica, prima;
con iniziative come ‘Marina di Pisa’ non più frazione di Pisa ma Comune a se stante. E per far questo girava come un matto di bottega in bottega – a Marina – per raccogliere le firme necessarie a questo scopo, mai realizzato.
Si può pensare, di primo acchito che lo facesse per amor della comunità di Marina di Pisa di cui faceva parte ,ma in realtà era solo un espediente per l’auto affermazione; ( diventarne Sindaco,ovviamente…) . Quando si agisce in questo modo – caso non certo singolare in Italia – si finisce irrimediabilmente per sacrificare gli interessi della ‘Comunità Italia’,cioè del proprio Paese per i propri interessi. Ed il buffo che questi personaggi lo fanno sbandierando di agire per amor di Patria!.
E poi,
dopo ‘tangentopoli’, che vide il crollo del suo Partito politico di appartenenza ( la D.C. degli anni novanta),si lanciò nel mondo della direzione manageriale; fiore all’occhiello di Bottai, secondo Castelli, la realizzazione del porto di Marina di Pisa.
Peccato che Castelli non cita il fatto, come da lui fatto per Brosio ed altri, vedi qui sopra , che certi traguardi si raggiungono per ‘carrierismo di relazione’ come ad esempio amicizie con Casini il politico etc…
E peccato che non citi il fatto che il porto di Marina resta un risultato assai dubbio nel suo apparente primordiale splendore… I famosi mille appartamenti ultra chic in progetto prima e non realizzati dopo, restano sulla carta .Come resta sulla carta il tentativo di togliere le ‘castagne dal fuoco’ vendendo tutto il progetto ai russi che a tale proposta hanno risposto ‘ciccia’… ( Come si può pensare di trasformare anni di incuria urbanistica  basta pensare   ‘ all’Ecomostro ‘  rappresentato dal complesso del villaggio F.I.A.T. visibilissimo all’arrivo a Marina di Pisa dal Viale G. D’Annunzio   ,  costruendo appartamenti lussuosi accanto alla ‘Casba’ or detta !  E’ come   ‘fare il fiocco alla coda del maiale’,   per dirla alla pisana ).   [*]                                                                                                                                                         Ed il fatto che Bottai è stato alla fine ‘defenestrato’ da questo progetto da Panchetti Jr. …sembra confermare quanto qui sopra detto.

°Maccheroni Giacomo;
il notissimo, a livello cittadino anche a Pontedera,  politico socialista.
Castelli ne cita la brillante carriera politica, e spende soltanto due parole  per le vicende giudiziarie che costrinsero Maccheroni a lasciare la politica. Il fatto è che fu arrestato più volte.
Da apprezzare l’evento, non citato da Castelli, che Maccheroni fu un self-made man, e di estrazione familiare umile ( e maritato a suo tempo con una semplice cassiera di super-mercato) .
Dispiace che sembra l’esempio lampante che ‘ l’appetito vien mangiando ‘ e travolge ogni possibilità di fare qualcosa di veramente buono per la collettività allorché si ottengono alti incarichi politici…Ricordo che Maccheroni fu eletto Deputato al Parlamento a furor di popolo e contro la volontà di Bettino Craxi, allora leader del partito Socialista .
Il figlio di Maccheroni ha avuto il buon senso di tenersi alla larga dalla politica, fu solo aiutato dal padre a svolgere il servizio militare vicino casa, essendo stato assegnato al Distretto militare di Pisa,(grazie a cambio di destinazione del C.A.R. per Falconara,il giorno prima della partenza per il servizio di leva) ,  – quindi all’Ufficio leva nella piazzetta di Via san Martino –  nel lontano 1986/87 .

°Bruno Pontecorvo;
il notissimo fisico nucleare, fratello di Gillo, il grande regista cinematografico, entrambi nativi di Marina di Pisa.
Tornato a Pisa,nel 1978, dopo la fuga in URSS negli anni cinquanta, Bruno fu intervistato anche a Pisa da Castelli ed altri giornalisti. Castelli riporta dettagli della fuga di Bruno verso URSS, e qualche dettaglio sul suo maestro Enrico Fermi, ma null’altro.

Riporto invece qui personalmente – credo ciò doveroso – una riflessione di Bruno dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989.
In sostanza Bruno Pontecorvo, ebbe l’onestà di riflettere in modo critico sulle sue scelte politiche e di scienziato, nell’abbracciare un mondo, quello comunista – a cui portò i segreti nucleari dell’Occidente – .Mondo che si sgretolò col muro di Berlino sotto i suoi occhi lasciando amari dubbi al posto delle sue certezze politiche di allora.
Bruno meritava il premio Nobel, che non ebbe per la sua disgraziata scelta politica…

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Queste ,in sintesi, le vicende qui relegate a pochi nomi, tra i mille riportati da Castelli, di un giornalista certo sicuro di se e che potremmo definire – senza svilirne minimamente il valore – defilato rispetto alle vicende più salienti d’Italia anche se viste attraverso una piccola Provincia come quella di Pisa.

Il ‘leitmotiv’ di Castelli  – e di molti ‘provincialotti’ come lui –  sembra in fondo essere il seguente:”

:” se

‘fare il giornalista è meglio che lavorare’

è ancor più vero che stando in Provincia si ha una prospettiva più reale della realtà che ci circonda, sicuri che grandezze,ascese di questo o quella figura passano veloci mentre in Provincia tutto continua ad esistere e rimanere come sempre è stato e come sarà sempre! ”

Nota;                                                                                                                                                                        questo semplice post vuole, senza pretese e nei limiti delle personali conoscenze di chi lo ha scritto, fare da contraltare allo scritto di Castelli ,nel tentativo di raccontare l’altra faccia della medaglia che nel caso è quella della ‘provincia italiana’ .  ‘ L’altra faccia ‘  di un mondo che, come affermava Truman Capote , è fatto di tante casette ordinate con prati ben rasati e bei steccati di recinzione… ma dietro le cui facciate la realtà era,è  ben differente…

[*]                                                                                                                                                                 Un tentativo di  restyling  – dalle incurie urbanistiche e politiche degli anni settanta di cui sopra fatto cenno –  è attualmente  in corso anche nel mondo vitivinicolo (anche) pisano con la creazione piuttosto fantasiosa della denominazione    : Vini Italiani IGT -IGP :”Costa Toscana”  .                                                                                                                                         Denominazione che per quanto riguarda la Provincia di Pisa, comprende quei Comuni che pur non essendo sulla costa ligure tirrenica, ma nell’interno ( come ad esempio, Comune di Peccioli, Lari etc…) sono ‘meno interni’ della zona del ‘Chianti classico’ e quindi risentono dell’influsso del mare…! E come tali vanno valorizzati e non sono più da considerare come Comuni produttori di vini di ‘serie B’ rispetto a quelli fiorentini o senesi … Difatti tra i produttori di vino di queste zone  (anche) pisane si afferma che:”

:”i turisti, arrivati all’aeroporto di Pisa,  ‘fuggono’ subito verso Firenze o Siena… Trascurando  Pisa e contado (vitivinicolo)…”

E questa sorta di ‘querulo battage pubblicitario’ trova anche ‘pubblica lamentela’ tramite apertura di punti turistici come :  ‘montepisano store’ , dove si ripete la stessa litania circa la ‘fuga’ dei turisti stranieri verso le Province di Firenze e Siena…

Od anche,  tramite bottegai – vinattieri pisani che ti propinano fantasiosi racconti del tipo :‘ il vino chianti è nato in realtà a Pisa,  località Ripafratta , grazie ad un agronomo pisano – certo signor Studiati – che diede le indicazioni al barone Ricasoli…’   (celando il fatto che Ricasoli era un fiorentino, e tutt’altro che sprovveduto in fatto di viticoltura..!)

Se questi produttori (anche) pisani riusciranno ad imporsi seriamente

come ha affermato una nobildonna ( §) – nata dal suddetto ‘amore folgorante’ – dei propri vini -pisani- D.O.C. , in una recente serata all’insegna di questi vini pisani/nostrali , già anni fa piazzati niente di meno che a Parigi in un noto ristorante tre stelle , da ‘ Maxim’s ‘  – , …e…(**)

 allora vuol dire che questa sorta di Wishful thinking  è divenuta realtà a tutti gli effetti…

(**)
…e… a proposito dei ‘ Vini Italiani IGT -IGP :”Costa Toscana” ‘ ,sabato 7/maggio/2016 e domenica 8, a Lucca presso il Real Collegio, manifestazione di questi vini.
Secondo quanto pubblicato sulla pagina internet in :http://www.anteprimavinidellacosta.com, saranno in degustazione vini come il SASSICAIA 2012, GUIDALBERTO 2013 – ( Tenuta san Guido ), nonché per citare i più rinomati ( e costosi ) il NAMBROT 2012 ( Tenuta di Ghizzano ) , il TENUTA DI VALGIANO 2013 ( Tenuta di Valgiano ) … e tutto per solo 20 euro di entrata …ma …(?!).  Beato chi ci crede,a detta della pagina internet di cui sopra…! Leggendo la risposta qui sotto ai chiarimenti in merito…si ha l’idea che le risposte della Sibilla erano molto più chiare…!

…:’ con il biglietto d’ingresso è possibile accedere e degustare i vini presenti al tavolo produttori, mentre quelli en primeur sono riservati agli operatori di settore e giornalisti. Non è previsto nessun biglietto extra se non per alcuni laboratori a pagamento… ‘                                 La Segreteria Organizzativa  Event Service Tuscany

Stendiamoci sopra un velo pietoso…!

Aggiornamento al 2017 ( 6 e 7 maggio );

L’Idea utopica
lasciata ad intendere all’ingenuo visitatore di spendere 25 euro a testa e di bere vini come quelli qui sotto riportati dalla Organizzazione sul loro sito, in questa manifestazione lucchese,

– vini quali :’ IL SASSICAIA ‘ , ‘ IL PETRA ‘ , ‘ IL GRATTAMACCO ‘ , ‘ IL PALISTORTI TENUTA DI VALGIANO ‘ tanto per capirci tutti vini dai 50 euro ai 200 euro circa –

continua anche nel 2017 ;

a riprova si veda oltre che al link qui subito sotto anche;

;

( http://www.anteprimavinidellacosta.com/third/espositori-2017/ )

anche da;

Vini che i visitatori –
dopo aver pagato 25 euro a testa per l’ingresso –
vedranno , ma non assaggeranno!
Anteprima vini della costa toscana 2017 , 6 e 7 maggio

L’unico vino di prezzo modesto ,tra quelli qui sopra in elenco/sunto, è quello prodotto da Oliviero Toscani, il fotografo VIP, con il suo vino :’ il quadrato rosso 2015 ‘ ( che potrà essere quindi assaggiato dai visitatori ‘non privilegiati’/non ‘en primeur’ , quelli per intenderci da 25 euro ! Cioè quelli da ‘fiasco del vino e via’ !)     Ecco un altro, l’ennesimo, caso di  massa sciocca a cui imporre gusti ,nel caso per vini mediocri, ma facendogli credere – per accostamento a grandi vini – che sono di valore qualitativo come quelli solo  ‘in visione’  come il sassicaia etc…

Anteprima vini della costa toscana 6 e 7 maggio 2017 Lucca

Non vi sarà invece una Cantina della provincia di Lucca;

podere còncori organic farming Fiattone di Gallicano Lucca

podere còncori organic farming Fiattone di Gallicano Lucca

podere còncori legenda lato A

podere còncori legenda lato A

podere còncori legenda lato B

podere còncori legenda lato B

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podere còncori istrionico Apodere còncori istrionico B

Podere còncori vino dolce ‘istrionico’.
Vino non più in ‘legenda’ datato 2009 con tappo datato 2013.
Sapore acidulo non certo in grado di ottenere l’eccellenza come il ‘melograno 2012 e 13,Podere Còncori, ‘ Syrah, della guida ‘ ESPRESSO.
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Oggi vi è la tendenza tra i viticoltori – italiani per lo meno – di ottenere vini non solo biologici, ma anche biodinamici ;

per chi pratica l’ambiente biologico
se ne capisce di sicuro il valore intrinseco di questa bella realtà di nicchia ( e fortunatamente di nicchia ) ; è infatti è un mondo che,per dirla in poche parole,è basato su meno antiparassitari e più sostanze atrofiche nei prodotti coltivati o allevati ( dalla frutta alle verdure alle carni… ai vini ).
Il ‘biodinamico’ invece trae origine da Rudolf Steiner ,teosofo genialoide che organizzò sistemi ‘biodinamici’ cioè ‘vitalizzanti’, di discutibile valore almeno rispetto al mondo del biologico di provata validità.
Personalmente spero solo che il mondo del ‘biologico’ ,vivo e vegeto e di sicuro valore, non tragga ‘svantaggi’ da mode pubblicitarie, come da quelle di derivazione vitivinicola…

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