The Renaissance; the tip of the iceberg,
alias (…)
A deadly boring post … admission by ‘mortally boring readers’ only !
….
(Prima parte)
.
[Students have – first of all – need intellectually honest teachers
Students sense the intellectual dishonesty of their teachers and react by moving away from their studies.]
cfr/cf:
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2012/01/02/globalizzazione-apparente-per-quanto-appariscente/
A tribute and recollection to: ‘Carlo Michelstädter’
.
Dopo i due post precedenti;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2018/09/04/the-renaissance-michelangelo-buonarroti-the-tip-of-the-iceberg/
e,
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2018/08/31/the-renaissance-leonardo-da-vinci-the-tip-of-the-iceberg/
aggiungo qui di seguito alcune considerazioni che vogliono riassumere e chiarire – ma certo non concludere – quanto di irrisolto e controverso sembra esservi sul termine
‘Renaissance’/’Rinascimento’& dintorni.
Uffizi interno
Uffizi Museum interior
(Leonardo da Vinci Room)
The indescribable suspended atmosphere,
in an empty and silent museum.
In the background ‘the Vision of St Bernard’,
by Bartolomeo della Porta, 1505
.
Uffizi, interno
Uffizi Museum interior
(Leonardo da Vinci Room)
In the background the Vision of St Bernard
by Bartolomeo della Porta
On the left
Annunciation by Leonardo da Vinci
.
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L’universo rinascimentale secondo la critica.
–
Una prima premessa;
Chi si perita di leggere ( o rileggere da precedenti studi scolastici ) con una certa attenzione un gran numero di libri,
– dai testi scolastici, alla saggistica, a scritti in autorevoli pubblicazioni enciclopediche –
che hanno la pretesa di spiegarci cosa sia l’arte figurativa, ne trarrà nel suo insieme un certo qual senso di delusione.
Avrà solo ottenuto una complessa ed allo stesso tempo vuota visione del mondo dell’arte.
Lo stato mentale in cui ci si ritrova è quello in cui concetti, definizioni, persino nomi illustri dell’arte… si dissolvono nella memoria, riconducendo il livello della nostra conoscenza di questo mondo figurativo, a quello di uno zero assoluto!
Una reale visione del mondo dell’arte
che non si limita a descrivere la rappresentazione statica e dinamica di persone e cose, dei colori, delle tecniche compositive etc…,
– che poi sono invece, nel loro insieme, quanto solitamente descritto dell’arte da uno scrittore (critico dell’arte) – ,
deve ammettere una visione non solo dal punto di vista della ‘storia dell’arte’ ,
– come, per giunta, fatto inspiegabilmente a se stante della storiografia, come poi viene intesa ed insegnata – ,
ma una visione come espressione della storiografia nel suo insieme, che poi va necessariamente ricondotta
– storiografia in cui va peraltro reintrodotto l’elemento ‘culturale’ nel suo retaggio antico, da tempo estromesso a discapito dello studio politico e economico della storia stessa –
a considerazioni più ampie che molti si compiacciono di etichettare come ‘filosofia della storia (dell’arte)’.
Tutto ciò ci sembra ,di primo acchito, con l’aiuto della memoria che ci riporta a letture critiche ormai lontane, essere già stato svolto.
Ma… quel certo senso di delusione di cui sopra permane.
Che tutto ciò sia frutto di trascuratezza o peggio ancora negligenza,sembra assai improbabile.
Come ci appare inspiegabile il tacere da parte di questo o quell’Autore (o da parte di una Direzione museale) su certi fatti, o su aspetti di certi artefici (artisti), o sui capricci di certa committenza – spesso definiti come ‘mecenati’ – o su situazioni economiche del tempo studiato in relazione all’arte etc…
Ma già la faccenda diviene più chiara ,e maleodorante,
se teniamo conto dei natali del critico di turno – sovente estraneo ad una formazione artistica – , che ci spiega cosa sia l’arte,e
se lo relazioniamo al suo tempo con particolare attenzione alle influenze economiche e politiche.
[ In merito ai ‘natali del critico di turno‘, qui visti come un probabile elemento in qualche modo limitante una produzione obiettiva di critica artistica,
va notato che due opere di critica dell’arte di un certo valore , seppur datate
– e malgrado ciò a tutt’oggi considerate attuali –
una del 1855 e l’altra del 1860 , rispettivamente :‘Der Cicerone/Il Cicerone’ e ‘Die Kultur der Renaissance in Italien/La Civiltà del Rinascimento in Italia’
sono state scritte – guarda caso – da uno svizzero ; Jacob Burckhardt.
Cioè da un rappresentante di un mondo, quello svizzero, al centro dell’Europa ed allo stesso tempo separato da tutti gli altri Paesi europei,
per tradizione antica di neutralità.
Un mondo, quello svizzero, lontano dalle pesanti contese – leggi conflitti – tra gli Stati europei.]
La conclusione,
in una prima riflessione sul mondo della critica artistica che ‘critica’/ci spiega l’arte , ci porta in definitiva a considerarla come una sorta di ‘mondo agiografico’ che crea opere letterarie di critica artistica, sostanzialmente agiografiche, legata indissolubilmente al mondo dell’arte sia come importante voce commerciale nei bilanci statali del turismo,
(see/vedi quanto già detto a proposito del Beaubourg; https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/04/13/voulez-vous-paris-2-le-beaubourg/ )
sia come voce altrettanto importante, nel mercato internazionale dell’arte anche contemporanea, che spesso permette di vendere ‘una tela imbrattata di colore’ per centinaia di milioni di euro!
( see/vedi le cronache d’asta di http://www.sothebys.com/en/auctions.html and, https://www.christies.com/ )
[Queste le due cause principali, ‘di bilancio’ e ‘di mercato dell’arte’, alla base di una certa ‘critica dell’arte’]
e vedi/see ;
https://www.raiplay.it/video/2018/05/Savonarola-Il-falo-delle-vanita-f508fbf7-c9c0-4942-960b-cb60757d501a.html
[La ragione politica, alla base di una certa ‘critica dell’arte’]
documentario RAI sul Governo di frate Girolamo Savonarola (1494/98) nella Firenze rinascimentale che inizia con le seguenti parole:’
:’ Nel corso della storia è successo e succede che frustrazioni sociali, economiche e politiche, trovino un riscatto nel recupero dell’identità religiosa,
e che questo recupero si trasformi poi nel fanatismo ed integralismo religioso…’
Cristoforo Gorno.
RAI storia :’il falò delle vanità’ ottobre 2018 [Cronache dal (del!) Rinascimento]
Questa tesi in se non deprecabile,
è in realtà del tutto fuorviante, in questo caso in cui si cerca di indagare la vera natura delle ragioni del Governo di Fra Girolamo.
Essa si conclude ,inoltre, con una domanda ‘di giudizio’ sul Governo teocratico del Priore di San Marco,
citando le parole di Francesco Guicciardini (uno storico fiorentino dell’epoca) ne:’Storia d’Italia’ il quale afferma (con parole trascritte in un italiano attuale):’
:’se (Fra Girolamo Savonarola) aveva ragione fu Profeta,
se era un bugiardo era un grande uomo lo stesso, avendo grande talento’
Francesco Guicciardini ne:’Storia d’Italia’ – 1540 –
Ovvia la volontà in questo programma RAI (di Cristoforo Gorno, ex insegnante di Liceo),
a non affrontare tematiche più profonde – le vere ragioni – che possono spiegare il Governo teocratico fiorentino durato pochi anni ;
le democrazie fasulle, come anche la Signoria illuminata quanto un eclissi, della famiglia Medici, e forze centrifughe oligarchiche fiorentine,che si davano battaglia per i propri interessi finanziari…
Ciò permise un Governo fantoccio, quello di Savonarola,
affidatogli da queste fazioni in lotta, in quanto Figura ecclesiastica pura – non ‘interessata’ come quella del Papa e di molti Cardinali – ,
capace di tenere le distanze da ogni favoreggiamento verso questa o quella fazione cittadina…
Ma appena ci fu riappacificazione tra le varie forze in lotta, Savonarola fu eliminato con un bel rogo. E si costituì una Repubblica (quella di Piero Soderini)
E quando ci fu riappacificazione tra le due forze dominanti sul piano internazionale (Papa e Imperatore), fu ‘arsa’ anche la Repubblica del Soderini…
E’ dunque evidente sia l’inconsistenza delle ragioni / tesi ( di primo acchito pure abilmente convincenti! )
sostenute nel programma RAI, sia la motivazione principale per le quali vengono sostenute;
per il loro riflesso – non scomodo – sui tempi anche attuali.
Evitando in questo modo il confronto – scomodo – anche con i tempi attuali…con le reali ragioni sopra accennate (le democrazie fasulle…) .
Ad ogni modo,
se è vero che Savonarola e Luther sono tra loro assimilabili in un ritorno ai principi pauperistici dunque evangelici della Chiesa, è pur vero che questa affinità trova ben altre diverse ragioni di fondo, e ben altri scopi nell’uno e nell’altro che li differenzia nettamente.
Ragioni che esulano dal mondo della Chiesa.
Entrambi i Frati avranno anche la caratteristica di informare la Collettività intera al mondo cristiano – tentativo solo in piccola parte riuscito – ,
ma in maniera ‘interessata’ – o per lo meno strumentalizzata – con Martin Luther, ed in modo del tutto ascetico con Girolamo Savonarola.
In merito riporto quanto già scritto in altro post
( https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2018/04/08/voulez-vous-paris-la-province-francaise-avignon/ )
; see/vedi, (^^^) in fondo a questo post.
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E questo avviene in un semplice programma di storia del Rinascimento..! (Figuriamoci in occasione di tematiche ben più vicine a questioni attuali…)
[Students have – first of all – need intellectually honest teachers
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A tribute and recollection to: ‘Carlo Michelstädter’
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Bartolomeo della Porta
alias Frate Bartolomeo
The vision of St. Bernard
Uffizi anno 1505
(Detail)
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Fatta questa doverosa premessa, che poi introduce a queste poche note che seguono,
si può capire – dalle prime righe della premessa stessa di cui sopra – che qui l’intento non è tanto quello di rilevare fatti di cronaca nel mondo dell’arte, scandali artistici da rotocalco,
(che purtroppo costituiscono gran parte del ‘corredo critico’ di molta letteratura critica, spesso mediatica)
ma mettere in luce come la critica anche più rigorosa,
– meno legata a questioni di mercato, e meno ancora legata ai bilanci statali del turismo –
sia essa stessa,
– per ragioni non solo di ‘appartenenza geografica’ , ovvero anagrafica,
ma per ragioni che potremmo definire per limiti temporali,da una parte, e per struttura concettuale, che riconduce forzatamente l’arte a sorta di elemento di prova di quanto si vuole sostenere, dall’altra, –
impossibilitata a raggiungere una profondità critica di ciò che vuole indagare e descrivere a fondo.
.
Una prima distinzione nel mondo della critica artistica,
la si può fare tra
critica artistica di qualche anno fa,
fino grosso modo al primo quarto del XX secolo,
e quella contemporanea.
La prima,
nel suo elemento più saliente, spesso ci appare culturalmente schierata ad un ambito che potremmo circoscrivere ad una sorta di koinè – non solo linguistica – .
La seconda,
palesa, ormai senza pudore alcuno, scelte critiche in totale servile sudditanza dell’economia, di cui sopra rilevati i due aspetti principali (turistico e di mercato).
Ecco dunque già dataci la possibilità di trascurare ‘la seconda’, abbandonandola al suo triste destino.
( see/vedi; https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2012/01/02/globalizzazione-apparente-per-quanto-appariscente/ )
La prima,
se ha avuto il merito di cercare di condurre un’analisi approfondita, di un certo rigore,
si è trovata di fronte tre limiti principali;
° la strumentalizzazione politica,(ivi ricompresa quella sociale)
° i limiti di una scienza critica dell’arte che si illudeva di trovare in se tutti gli elementi fondanti
e, il limite più invalicabile di tutti,
° l’impossibilità di pubblicare proficuamente un testo liberamente critico, non tanto per questioni editoriali – di conflitto con un editore – ,
ma per il fatto che un testo di tale portata critica troverebbe un netto rifiuto dello stesso ,a qualsiasi livello,
facendo sprofondare il suo autore in un oblio degno di un reprobo.
.
Botticelli alias Alessandro Filipepi
Ritratto di Sant ‘Agostino
Anno 1490 circa Uffizi
St. Augustine in his Study
c. 1490 Uffizi
St. Augustine was
one of the greatest philosophers of all time;
He sensed the fragility
of every possible definition of time.
And he wrote: ‘
: ‘What is the definition of the concept of time?
If nobody asks me, I know it well.
But if someone asks me,
I answer that I do not know anymore’
Paraphrasing these words,
we can say that if we ask a critic of the history of art: ‘
: ‘what is the Renaissance?’
He replies that he can not give a complete answer!
Botticelli alias Alessandro Filipepi
Ritratto di Sant ‘Agostino
Anno 1490 circa Uffizi
St. Augustine in his Study
c. 1490 Uffizi
St. Augustine was
one of the greatest philosophers of all time;
He sensed the fragility
of every possible definition of time.
And he wrote: ‘
: ‘What is the definition of the concept of time?
If nobody asks me, I know it well.
But if someone asks me,
I answer that I do not know anymore’
Paraphrasing these words,
we can say that if we ask a critic of the history of art: ‘
: ‘what is the Renaissance?’
He replies that he can not give a complete answer!
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Fatte qui sopra alcune brevi considerazioni sulla critica dell’arte,
aggiungo qui di seguito,
– prima di passare nel post successivo a delle considerazioni sul Rinascimento in relazione ad alcune Opere riprodotte che vogliono testimoniare quanto sostenuto – ,
una nota su l’ Umanesimo.
Nella sua essenza un periodo pre – rinascimentale,
che altro non rappresenta se non il frutto di una trasformazione sociale medievale (un aumento di complessità strutturale).
Società medievale ai primordi formata da un mondo contadino da una parte, e mondo aristocratico dall’altra, di cui la Chiesa era il garante e fonte d’autorità.
Sia per necessità sociali, sia per il formarsi di nuove esigenze imprenditoriali, si vennero a formare figure intermedie quali quelle dei mercanti, dei mercenari(capitani di ventura, come ‘Giovanni Acuto/John Hawkwood), dei notabili (quali , notai, e ragionieri; è del 1494 la nascita della ‘partita doppia’ ideata da Fra’ Luca Pacioli, alias Frate di Borgo San Sepolcro).
Ed è da costoro che nacque l’Umanesimo;
un mondo che prese subito le distanze dal mondo popolare che vide come estraneo e che con tale sentimento fu ripagato.
Ma che nel contempo iniziò, con timida prudenza, a criticare il mondo nobiliare che serviva…
Lo studio dei classici, in latino e greco antico, fu un mezzo per tale distinguo sociale;
ben presto queste nuove figure capirono che l’arma di cui disponevano per affermarsi nella Società di allora,e poi surrogarsi al mondo nobiliare che deteneva il Potere, era quella della cultura, ovvero dell’intera speculazione dottrinale del mondo greco – romano;
la prima ,quella greca, speculativa (filosofica),
la seconda ,quella romana, artefice di quello che sarà, a tutt’oggi, il moderno Diritto.
Il resto venne da se…
Non ci si faccia ingannare dalle Opere apparentemente pauperistiche e popolari di Giotto;
ad esempio l’affresco in cui san Francesco dona il mantello a un Cavaliere povero
– ciclo di affreschi delle Storie di san Francesco della Basilica superiore di Assisi –,
Giotto lavorava per una committenza ricca e disincantata,
( see/vedi ad esempio la cappella degli Scrovegni, commissionata a Giotto dalla famiglia Scrovegni, noti usurai , https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2017/11/02/scrovegni-chapel-padua-veneto-italy/ )
o per una Chiesa
– fatta anche di Ordini religiosi mendicanti, votati alla povertà –
che richiedeva anche Opere in cui la carità e semplicità evangelica erano il soggetto dell’Opera. Ma che nel contempo garantiva attraverso dogmi sacri/totemici, cioè intangibili, la verticalità del Potere, e come tale indiscutibile.
La committenza era fatta di nobili, notabili e religiosi,
e la produzione artistica di rilievo era destinata ad un gruppo ristretto di figure sociali, non al popolo che poteva al massimo,ammirandone la magnificenza, sottomettersi a quel Potere rigidamente gerarchico e verticale…
.
Ecco un bell’esempio di quanto ora sostenuto;
Botticelli aka Alessandro Filipepi
– self-portrait –
Adoration of the Magi
(with the Medici Family),
detail
year 1475 Uffizi
.
.
Botticelli alias Alessandro Filipepi
Adorazione dei Magi (con la Famiglia de Medici)
anno 1475 Uffizi
Rispetto alla sua stessa
‘Adorazione dei Magi’ del 1495,
(see/vedi direttamente attraverso il seguente link;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2018/08/31/the-renaissance-leonardo-da-vinci-the-tip-of-the-iceberg/)
Botticelli, in questa Adorazione del 1475
, in cui si auto ritrae,
è stato certo condizionato dal ricco committente,
Gaspare di Zanobi del Lama, ritratto nel quadro
(l’uomo vestito di azzurro – a destra di chi guarda –
che osserva, come Botticelli, chi osserva l’Opera).
Pertanto Botticelli,
dipinge ,per volontà del committente, non solo personaggi illustri fiorentini, ma fra questi una ristrettissima cerchia, principalmente della famiglia Medici.
Ma ciò è indice anche di quanto qui sopra notato
sull’umanesimo,
su un periodo di formazione embrionale, di una futura
classe dirigente – che diverrà ‘borghese’ –
che ebbe la caratteristica fin dal suo sorgere di essere
profondamente classista e sussiegosa verso il mondo popolare che vide come estraneo e dal quale fu vista con altrettanta diffidenza.
Prova ne sono le esplosioni (apparentemente moralizzanti, ma in realtà vere e proprie guerre civili)
– di quel mondo fatto di cultura semplice,contadina, frammisto ad un pauperismo ecclesiastico di cui Girolamo Savonarola fu rappresentante – ,
che portarono al rogo di molte di queste Opere
nella Firenze del 1497,
governata da fra’ Girolamo
dopo la cacciata della famiglia Medici.
Il committente dell’Opera,
Gaspare di Zanobi del Lama,
ci osserva.
A sinistra (a destra di Messer Zanobi),
vestito in nero, Lorenzo de Medici.
.
(^^^)
Ciò che è da sottolineare in tutta questa storia,
che va annoverata nel vasto capitolo dei così detti rapporti tra ‘Stato e Chiesa’,
è indubbiamente l’originalità dell’atteggiamento di Filippo IV di Francia.
Possiamo dire che fu il primo grande iniziatore di un movimento riformatore che ha annoverato figure le più disparate;
– da monarchi come lo stesso Filippo IV, ad Enrico VIII d’Inghilterra, a uomini di Chiesa come il tedesco Johannes (Meister) Eckhart,un domenicano , all’inglese John Wycliffe, un teologo , entrambi uomini di puro Pensiero inclini ad una vita ascetica, a Martin Luther, un agostiniano tedesco con grandi inclinazioni politiche e a Girolamo Savonarola, un domenicano , che all’ispirazione ascetica univa un forte desiderio di rinnovamento della Chiesa in senso pauperistico ed evangelico – .
Ma Filippo IV di Francia li ha indubbiamente preceduti tutti, dimostrando un grande acume politico nei rapporti col mondo della Chiesa.
Certo agì secondo un suo metodo che alla fine, pur dando immediati benefici di ordine economico, allo Stato francese, ha poi prodotto uno Scisma da cui la Chiesa ne uscì vittoriosa ma non indenne.
Diverso l’agire degli altri grandi Riformatori qui citati,
che pur partendo da posizioni di pura speculazione teologica come Eckhart e Wycliffe, portarono poi ad uno scisma in Germania ed in Gran Bretagna che perdura tutt’ora.
I Principi tedeschi da un lato ed il Re inglese dall’altro, intrapresero, anche sulla scia dell’esperienza francese di Filippo IV, la strada di un vero e proprio distacco dalla Chiesa cattolica, fondando di fatto due vere e proprie nuove religioni; protestante (evangelica) luterana e protestante (evangelica) anglicana.
E’ difficile dire quanto abbiano giocato in figure come Johannes (Meister) Eckhart,(vedi; §§)
(coevo di Filippo IV, e presente a Parigi prima come studente poi come insegnante,dunque ben consapevole degli attriti politici – religiosi in Francia ed Europa),
, le tensioni tra papato e monarchia nel generare in Lui la spinta a produzioni teologiche che sembrano essere l’humus ideale di spunto a contestazioni regali del potere papale come avverrà con le 95 tesi di Martin Luther.
Un Martin Luther che certamente si fece interprete delle esigenze politiche/amministrative (economiche) dei Principi tedeschi che in fondo vedevano inaccettabile che ad un Imperatore romano ,con relativa pax romana, che imponeva il pagamento dei tributi a Roma, si fosse sostituito un Papa romano, che imponeva eguali pagamenti a Roma per una novella pax romana; non più terrena ma ‘nei cieli’!
Per i Principi tedeschi cambiava il ‘padrone’ ma non la musica!.
Girolamo Savonarola,
diversamente da altri Riformatori, coltivò il sogno – che rimase tale – di rinnovare la Chiesa cattolica, ma dal Suo interno,senza ideare nuovi modelli teologici a sostegno di realtà politiche recalcitranti ,(come quella francese, tedesca e poi inglese), a subire un Potere temporale papale.
Un sogno, quello di Frà Girolamo, dal forte sentore di teocrazia integralista che non piaceva a nessuno; ne agli alti ranghi ecclesiastici, ne a molti Suoi confratelli e
meno ancora al mondo laico, che se non accettava più un’autorità papale,tutto sommato incline ad una ampia tolleranza dei costumi e nell’osservanza dei precetti biblici, meno ancora avrebbe tollerato un mondo fisso sulla mortificazione e contemplazione come il Priore di San Marco voleva senza il benché minimo compromesso…
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/tag/museo-di-san-marco-firenze/
(§§)
Con Johannes (Meister) Eckhart, sembra di incappare in una contraddizione;
se da un lato
questo dotto teologo domenicano rappresenta il culmine più fulgido della speculazione dottrinale del mondo medioevale – la sua massima sintesi ascetica e finalistica –, così da ricordare i primi sforzi in merito di suora Marguerite Porete,
( vedi, https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/07/11/ubi-fides-ibi-libertas-la-morte-del-cardinale-g-biffi/ )
nel Loro ricercare ‘l’uomo in Dio‘ , ovvero un processo prima di catarsi e quindi di ritorno di un’anima ormai pura al Suo Creatore (Spirito libero…).
A sua volta la Mistica di Martin Luther,
espressa ne:‘Von der Freiheit eines Christenmenschen/la libertà del cristiano’,
deve molto a Johannes (Meister) Eckhart e quindi a chi li ha entrambi preceduti in questo Pensiero mistico; suor Marguerite Porete.
Nello scritto di Martin Lutero vi è prima un processo di catarsi, con la ricerca della fede motu proprio da parte di un buon cristiano che è poi ‘conditio sine qua non’ per Operare il bene ed essere accolto da Dio seppur col peso dei propri limiti e colpe.
Come or detto un Pensiero quello di Lutero assai simile a quello di suor Porete e J. Eckhart .
Dall’altro
l’Opera di Johannes (Meister) Eckhart rappresenta l’incipit – probabilmente a livello inconscio per Eckhart stesso – di una visione religiosa moderna/mercantile (visione borghese mercantile,del mondo religioso, di cui sopra),
in cui l’uomo divenendo Dio stesso si mette al centro del mondo; con uno spirito dunque del tutto rinascimentale.
In questa apparente contraddizione Johannes (Meister) Eckhart, ricorda tanto l’Opera pittorica di Jan van Eyck;
apice pittorico del mondo medioevale e nel contempo precursore dell’introspezione psicologica ,nei ritratti di persone e ‘cose’, che anticipa buona parte della pittura rinascimentale e successiva.
In entrambi è palese una incredibile modernità (in forte anticipo sulla Loro epoca), ed una lucida valutazione storica del Loro tempo.
—————–
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(continua…)