Voulez – Vous , Paris ..?la province française..? (…) Avignon ! (2)
Voulez – Vous ,
Paris ..?la province française ..?
Bon !
Je vais Vous arranger ! (…)
(…) par la petite ville provinciale de
Avignon (2)
.
.
(…segue)
.
.
(Seconda parte)
.
.
Avignone è visitabile in un fine settimana, un paio di giorni sono più che sufficienti. Come per molte altre città francesi.
I francesi hanno concentrato ne loro ‘Musée du Louvre’ di Parigi una vera e propria miscellanea / accumulo di Opere d’arte.
Non diversamente hanno fatto gli spagnoli con il loro ‘Museo del Prado’ a Madrid.
Una motivazione di ciò sta nel fatto che ‘molto’ attira ‘molti’. E ciò fa fare cassa.
Con un unico – principale – polo d’arte per Paese,
le dirigenze museali di tutto il mondo, hanno capito che si ‘vince’ la naturale pigrizia del turismo di massa, che essendo anche ‘di massa’ necessita di spostamenti minimi per evitare eccessive spese.
Altra ragione di tale concentrazione artistica, sta nel fatto che non hanno poi molte Opere d’arte come in Italia, e molte di quelle che hanno sono poi italiane…
Non si può propriamente parlare per la Francia di ‘museo diffuso‘, nel senso di tante Opere d’arte, che sono architettonicamente, statuariamente, iconograficamente etc… inserite in mille città, come invece nella nostra penisola.
Ma di certo i francesi tentano, credo con successo, di ben presentare ciò che hanno.
Avignone,
è simile a molte altre cittadine francesi, nel loro tentativo di riciclarsi turisticamente/artisticamente, con un restyling – fondi permettendo – della parte nuova della città come di quella storica, con la creazione di un museo estemporaneo con qualche Opera d’arte.
Gli avignonesi
tendono a frequentare locali pubblici, al di fuori delle zone turistiche anche se non lontani dalle stesse.
Come gli altri francesi sono caratterialmente a mezza strada tra ‘un latino’ e ‘un anglo-sassone’.
Ciò li caratterizza; oscillano da una formale gentilezza ad una mal celata insofferenza verso chi non è francese.
Visitando Parigi (on the Road)
si noterà che vi è molta solitudine, manifesta in parigini spesso di una certa età ormai disillusi.
In una provincia francese come Avignone,
un fatto ricorrente sta nell’isolamento di molti ragazzi/e (francesi-francesi,non figli di immigrati) , che vivono ‘alla giornata’ chiedendo al passante/turista qualche ‘spicciolo’ per tirare avanti.
Molti di loro sono convinti che sia un fenomeno relegato al mondo francese. Segno questo ,probabilmente, di un diverso rapporto familiare-filiale ; la famiglia non è così presente come nel sud Europa…In cui ‘famiglie matriarcali’ (chiamiamole così) tengono il pulcino in casa…
Nota,
Dal punto di vista climatico Avignone
presenta una singolarità; causa i vicini monti accumula nubi in modo tale che si verificano delle piogge torrenziali, (questo spiega la presenza frequente di pensiline assai grandi con ampia copertura). E a seconda della stagione, la grandine è frequente.
Qualche fotografia per la città;
.
.
Vista di Avignone e dintorni dal Palazzo dei Papi.
Al di sotto del grande piazzale ,qui sopra visibile in fotografia, è stato ricavato un enorme parcheggio a pagamento. Vi si può arrivare soltanto da una delle porte storiche della città (Porte du Rhône) .
.
.
Il palazzo dei Papi in notturna;
Gotico gotico!
Il pensiero, con queste immagini, corre inevitabilmente verso un film con Sean Connery del 1986 :‘
:’le nom de la rose’, un drame historique franco-italo-allemand réalisé par Jean-Jacques Annaud,
Penitenziagite! – ‘do penance!’ – by le dolcinien ‘Salvatore’ (alias Ron Perlman)
.
.
Insuperabili ‘gorgoglioni’ o ‘doccioni’ (proto grondaie!); non sarebbero attuali anche ai nostri giorni?!
Il piccolo palazzo, attiguo al Palazzo dei Papi ed ex sede vescovile, oggi adibito a museo
.
I bastioni – o mura – di Avignone (Les remparts d’Avignon), viste dall’interno e dall’esterno.
.
Nota;
se provate a circolare attualmente lungo le mura esterne (all’interno è zona ‘ztl’/traffico limitato), rimarrete bloccati per ore. Cécile Helle, l’attuale femme maire / sindaco d’Avignon, inaugurando lavori pubblici a go-go avrà fatto felici molte ditte appaltatrici, ma di certo esaspera avignonesi e turisti. Senza contare il fatto che è impossibile parcheggiare e neanche fermarsi!.
Cervellotici poi i parchimetri; impensabile sostare gratuitamente – tranne in una piccolissima zona della città – ma anche pagando le indicazioni scritte non ci sono; ti devi indovinare il regolamento in merito!
Il sindaco bisogna saperlo fare, non tutti ci sono tagliati…!
Ed anche all’interno del centro storico di Avignone…il leitmotiv non cambia;
Rue de l’Olivier/ Place Pie – Avignon – Aprile 2018
.
.
.
Per le vie storiche di Avignone; qualcosa si salva ancora dai lavori con cemento selvaggio.
.
.
.
.
.
Un’edicola religiosa sospesa; molto francese.
.
—————–
.
.
Qualcuno ricorderà un vecchio film :‘
:’Il braccio violento della legge’ (The French Connection) I° e II° (1971/75) con Gene Hackman, Fernando Rey et Roy Scheider , un film policier américain réalisé by John Frankenheimer/William Friedkin.
Queste due fotografie qui sopra ce lo ricordano molto (il II° film) quando Gene Hackman,il protagonista (alias ‘ l’americain ‘/’Popeye’/’papà’ come dai diversi nicknames utilizzati nel film a seconda della versione; americana,italiana etc…), girava ubriaco con il barista,per le vie di Marsiglia…
Solo che qui non siamo nella casba/kasba di Marsiglia ma in pieno centro storico ( siamo nella centralissima, Rue de la Republique – Avignon – ) ! Un pò di restyling/leggi ‘decoro’,
no!?
.
Par les rues d’Avignon; entre ce qui est typique et ce qui est décadence;
;
.
Neanche la gelateria ‘amorino’ (Chaîne de magasins Slow Food/catena di gelaterie artigianali sparse in tutto il mondo), si salva da un ‘bigusto’ composto da ‘vecchio/decadente’ e ‘nuovo/rabberciato’…
.
.
.
.
Inutile dire che ci ricorda tanto ‘Cosa Nostra’…!
.
.
Chi ama le favole è servito! Voilà ‘la fée bleue’ d’Avignon !
.
.
L’angolo del ‘Writer’
.
.
.
.
Due elementi architettonici;
Uno del passato…
…e del presente.
.
.
Artigianato del marmo/artisanat traditionnel et contemporain Bermond – Avignon – .
Girovagando nel centro storico, ma lontano dalle ‘rotte turistiche di massa’, si possono vedere dei lavori sospesi tra artigianato ed arte.
Una sorta di ‘Paolina B(u)onaparte’ molto ‘coquette’, che tanto ricorda lo stile francese della fine XVIII° secolo e prima metà del XIX° (stile Impero).
Ad artigiani così non può che andare tutta la nostra simpatia!
.
.
.
Le solite panchine/banquette publique;
.
.
———————-
.
Il ponte di San Benedetto/le pont Saint-Bénézet, Avignon. Ponte più volte ricostruito e rimasto semi-incompiuto, dalla seconda metà del XII secolo, sul Rodano/Rhône, (riva sinistra).
Evidente l’incompiutezza;
cf/cfr;
Un confronto senza pretese,
che non è certo una sfida. In Italia di ponti semplici semplici – ponte ,questo qui sotto in fotografia, altrettanto vetusto, e più volte ricostruito – ne abbiamo da vendere…
E non mi sembra che se ne faccia molta pubblicità qui da noi, al contrario dei cugini transalpini…
Ponte della Maddalena/Pont de la Madeleine (detto anche: ‘ponte del Diavolo’) ,sul fiume Serchio, Borgo a Mozzano – Lucca – Toscana, Italia.
.
.
———————
.
.
Palais du Roure alias Palazzo della Rovere alias Palazzo Baroncelli ex Palazzo (dei) Pazzi;
Actuellement ‘Fondation Flandreysy Esperandieu‘ , Rue du Collège du Roure Avignon
Uno spaccato architettonico tutto italiano, anzi rinascimentale, in piena Francia;
Iniziamo con una immagine ‘cruda’, seppur di pregio essendo leonardesca;
[
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2016/06/24/bargello-and-surroundings/
(…)Col disegno del sicario Bernardo di Bandino Baroncelli, Leonardo da Vinci,
– che a differenza di Michelangelo non amava schierarsi politicamente, mantenendo posizioni più prudenti –
ci ricorda un fatto reale che molto si avvicina sia a quello mitologico che a quello reale di Bruto.
Un uomo – Bernardo – che malgrado un’età matura – ben 58 anni – ed una posizione sociale di tutto rispetto – di famiglia nobile e agiata ( il padre di Bernardo ebbe a pigione il pittore Masaccio…) – non esita ad uccidere un appartenente alla famiglia Medici; la famiglia che tiranneggiava economicamente e politicamente Firenze ed i suoi cittadini(…)
]
; poche righe di presentazione e spiegazione di una presenza italiana, rappresentata da un Palazzo in stile nobiliare, peraltro assai ben costruito e conservato, in Francia e in una piccola cittadina di provincia quale Avignone è.
Col periodo costituito da un papato avignonese,
vi fu un rafforzamento in Francia della presenza di una classe mercantile italiana in specie fiorentina. Alcune di queste famiglie erano di nobili origini o divenute nobili grazie al commercio ( vedi la famiglia De Medici).
La presenza commerciale italiana in alcune zone di Francia era già forte grazie alla presenza di feudi papali. Col trasferimento del papato ad Avignone la presenza italiana si rafforzò ulteriormente. Perdurando in parte dopo il periodo avignonese del papato.
Tra le varie famiglie italiane qui presenti, ve ne furono
due fiorentine ,in particolare, imparentate per matrimonio;
(il fondatore del ‘Palais du Roure alias Palazzo della Rovere alias Palazzo Baroncelli ex Palazzo (dei) Pazzi’ fu ‘Pierre Baroncelli’ che prese per moglie una Pazzi (Leonarda))
; quella dei Baroncelli e quella dei Pazzi,
peraltro unite anche nella sventura – la fallita ‘Congiura dei Pazzi’ / ‘Conjuration des Pazzi ‘ del 1478 – che videro l’impiccagione di un Baroncelli (Bernardo di Bandino) nel 1479, e l’esilio dei Pazzi…
La costruzione del Palazzo Pazzi/Baroncelli, vero e proprio segno di un fiorente commercio delle due famiglie fiorentine in terra francese,risale a circa un decennio prima della congiura – circa il 1470 – .
Pierre Baroncelli, divenuto anche un influente cittadino, riuscirà a far nominare ‘legato papale’ / ‘ambasciatore della Santa Sede’, il Cardinale Giuliano della Rovere futuro Papa Giulio II ( da cui un nome del palazzo :’ Roure’ / ‘rovere’ / ‘chêne’).
E la presenza di Giuliano della Rovere,ad Avignone, spiega il Suo ritratto nell’abside della Cattedrale d’Avignone,( di cui vedi fotografia nel primo post… )
Il ramo francese della famiglia Baroncelli continuerà a sussistere fino al novecento.
Si noti che il nome fantasioso dato a Palazzo Baroncelli, ovvero:’
:’Palais du Roure‘
– alias Palazzo della Rovere/chêne, dalla fantasia di un letterato francese (Frédéric Mistral) – ,
i francesi lo hanno ‘adottato’ ,evidentemente, per mettere in secondo piano il nome della famiglia Baroncelli.
E ciò sopratutto a causa di un loro triste rappresentante:’
:’‘Bernardo di Bandino Baroncelli’,
, passato alla storia per essere stato ritratto mediante disegno ,come sopra visto, da Leonardo da Vinci , da impiccato , in seguito alla congiura dei Pazzi.
Il fatto è che la famiglia Baroncelli certi fatti storici imbarazzanti se li cercava; difatti Pierre Baroncelli,intraprendente uomo d’affari, si sposerà (in seconde nozze) con una bella figliola francese di nobili origini (Marchesi come i Baroncelli) , che portava un cognome che diventerà impegnativo: ‘de Sade‘ (Annette), antenata del famoso :‘Donatien Alphonse François’.
Donatien, surnommé ‘le divin marquis‘/’il divino ruffiano‘.
Non mancano comunque in questa famiglia illustri personaggi – XIX°/XX° secolo – ,
quali:J.H. Jacques de Baroncelli – (9° marquis de Baroncelli-Javon) – ; un apprezzato regista e critico cinematografico , fratello di Folco, uno scrittore/buttero-manadier , e di Marguerite, una apprezzata letterata.
.
Un elemento storico incontrovertibile(?);
Giorgio Vasari, ne:‘Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti’ Firenze anno 1550, scrive parlando della vita del pittore fiorentino Andrea del Castagno (alias; Andrea di Bartolo 1423 -1457):’
:'(…) L’anno 1478 (anno fiorentino corrispondente all’anno italiano del 1479,n.d.c.) ,quando dalla famiglia ‘de’Pazzi’
et altri loro aderenti e congiurati, fu morto in Santa Maria del Fiore (la Cattedrale di Firenze, n.d.c.) Giuliano de’ Medici e Lorenzo suo fratello ferito, fu deliberato dalla Signoria che tutti quelli della congiura fussino (fossero,n.d.c) come traditori dipinti nella facciata del palagio del Podestà (Palazzo del Bargello,n.d.c.); onde essendo questa Opera offerta ad Andrea, egli come servitore et obbligato alla casa de’ Medici, l’accettò molto volentieri; e messovisi la fece tanto bella che fu uno stupore, ne si potrebbe dire quanta arte e giudizio si conosceva in que’ personaggi ritratti per lo più di naturale, et impiccati per i piedi in strane attitudini e tutte varie e bellissime.
La qual opera perché piacque a tutta la città e particolarmente agli intendenti alle cose di pittura, fu cagione che da quella in poi , non più Andrea del Castagno, ma Andrea degl’ Impiccati fusse (fosse) chiamato (…)Passò ad altra vita di anni 71 ‘( secondo il Vasari morì nell’anno 1494, n.d.c. )
Pare impossibile quanto riferito da Vasari, sulla realizzazione dell’Opera ‘gli impiccati della congiura del 1478/9’, dato che Andrea del Castagno morì molto prima (1457).
Ma ciò vale da testo storiografico/documentale.
Nota;
ad ogni modo,
ponendo l’attenzione sul contrasto tra Stati e Chiesa di quei tempi, che ha portato alla formazione di più Chiese evangeliche (protestanti), separate da quella Madre Cattolica/romana,
si può certo rilevare che questo scisma apparentemente interno alla Chiesa, trae fondamentalmente origine dal bisogno – necessità presenti all’interno di molti Stati (Francia, Inghilterra, Germania) – di un ridimensionamento del Potere temporale della Chiesa cattolica, che estendeva il suo Potere economico ben oltre i confini italici, [confini italici attualmente corrispondenti ad alcune Regioni (Lazio, Umbria, Emilia Romagna)],
tramite feudi come quello avignonese e rapporti/vincoli di vassallaggio, che determinavano una sorta di sudditanza economica/amministrativa di quei luoghi tanto lontani da Roma. Una relazione/dipendenza di vassallaggio di questi Stati verso Roma che non era ormai più accettabile.
Da qui la spinta (la vera causa di) a pulsioni religiose finalizzate, tramite un distacco religioso da Roma, ad un corrispondente distacco da un vassallaggio economico.
Le famiglie nobiliari sopra viste, Pazzi, Baroncelli e della Rovere,
sono un esempio chiaro di questa sudditanza di uno Stato,francese nel caso, verso Roma; una serie di privilegi venivano concessi a famiglie italiane, spesso imparentate col Papa stesso, in feudi come quello papale di Avignone, che permettevano fiorenti commerci a queste stesse famiglie.
Famiglie che avevano loro sole il diritto a commercializzare beni quali granaglie, sale etc… Come nel caso sopra visto di Pierre Baroncelli, che avendo ,tramite privilegio papale – da Roma – ,i diritti al commercio esclusivo di determinate derrate alimentari, aveva sicuro guadagno come in un mercato monopolistico.
.
.
.
Ancora un dipinto (pala/trittico) in cui compaiono appartenenti alla famiglia Bandini Baroncelli ;
——————–
.
Qualche immagine,
.
.
Si noti lo stemma della famiglia ‘Baroncelli’ ; uno scudo attraversato da tre fasce colorate.
E tale stemma dei Baroncelli è inserito su un fondo fatto di intrecci di foglie e rami, e due pesci – semi cancellati dal tempo – che rappresentano rispettivamente, lo stemma dei ‘della Rovere’ e dei ‘Pazzi‘
Cfr/cf con gli stemmi qui sotto, Baroncelli/Pazzi/
[ e cfr,cf ,per giunta, con il logo di una Banca Lombarda(Italia): ‘Banco Desio‘, il cui stemma è stato ideato nel 1985 circa da un grafico pubblicitario olandese naturalizzato italiano;‘Bob Noorda’.
Ma ‘Bob Noorda’ ha ripreso in pieno lo stemma – rovesciato – della Famiglia di banchieri fiorentini del Rinascimento dei Bandini baroncelli! ]
Qui sotto i soliti ‘doccioni’ o ‘gorgoglioni’ ;
Nota;
ceduto dalla Famiglia Baroncelli nel 1918 a Madame Jeanne de Flandreysy,
una letterata francese affascinata dal mondo latino e dal risorgere di uno spirito europeistico (uno Zeitgeist pan latino) ,che tanto eco troverà nella Poesia,come nella scelta dei luoghi del grande poeta americano Ezra Pound,
questo palazzo rinascimentale fiorentino in terra francese, troverà nuova linfa culturale grazie al mecenatismo di questa donna di grande cultura.
E, occorre ricordare, che certe scelte di campo sono tanto più apprezzabili in quanto non generate dall’elemento anagrafico, ma da scelta culturale originata da profonda onestà intellettuale…
.
.
———————–
.
.
L’angolo del…ristoro;
quanto già detto sui famosi dolcetti parigini ‘macarons’, vale ovviamente anche per Avignone;
insulsi gusci di meringhe rifilati a ‘sprovveduti’ turisti… un incubo!
.
.
Ma… i francesi sanno farsi perdonare;
dalle stalle alle stelle; i frutti di mare (les coquillages) sono di pregio ed accessibili.
Per tradizione sono diffusi in tutte le città francesi – da noi invece solo in alcune città italiane – ed i francesi ci danno dentro, presso le ‘halles centrales’ / mercati centrali distribuiti in tutta Francia.
Ovvio che resta esclusa Parigi dove tutto, oltre ad essere di qualità discutibile, ha costi impossibili.
Una visita – in una provincia di Francia – ne vale la pena;
Qualche curiosità,
circa i frutti di mare ( les coquillages) in circolazione in Francia;
si trova un pò di tutto; dalle ostriche (huîtres) giganti a guscio (semi) bianco, medie e piccole, il tutto atlantiche. Alle ostriche del mediterraneo, più saporite, – non trovate le ostriche Belon(huître plate),quelle piccoline dal diametro di 3cm circa, forse troppo impegnative per essere aperte sul posto dall’ostricaio – ai tartufi di mare (praires), ai limoni o uova di mare (violettes de roche) da noi introvabili, alle chiocciole/lumache di mare ( Murex/Muricidae).Non mancano i i ricci di mare (oursins) e le cappelunghe/cannolicchi (couteaux). Ed infine le semplici cozze/’moules’.
La vongola (clovisse/Palourde commune) non solo non la si trova, ma è bandita da ogni testo che tratta di molluschi. L’origine non francese, ne determina – probabilmente – la ‘caduta in disgrazia’ di questo mollusco di pregio indiscutibile!
Una nota sul vino francese;
qui sopra si vede un vino rosso: ‘clos de T’ Ventoux ; un vino biologico di grande pregio a base di uva-‘Grenache’, che in lingua italiana corrisponde a: ‘granaccia’ o ‘cannonau'(da cui anche il nome di un vino sardo), più uva sirah, e uve locali.
Col vino rosso i francesi non disdegnano accompagnare i molluschi.
Circa la caratteristica di questo tipo specifico di vino rosso francese,va detto che ha un ‘effetto di gradazione alcolica’ – forse perché proveniente da vitigni allevati in zona vulcanica – ma non per questo invadente e sopratutto ‘non vinoso’, ma raffinato come i più tipici vini di Francia.
Due parole sul vino più famoso di Francia, lo champagne;
la qualità ,come il prezzo, anche di uno champagne RM (‘RM’, cioè ‘imbottigliato all’origine’ ovvero uno champagne prodotto da un ‘vigneron’/’viticoltore’ con uve provenienti soltanto dai suoi stessi vitigni, dunque di sicura origine da un ‘terroir’) sono apprezzabili; con 22 euro ti compri uno champagne RM di pregio (e per giunta comprato in una enoteca/cave dove i prezzi sono di per se più alti!).
Inutile ricordare che questo non vale per Parigi, un ‘circo mediatico stanziale’…
Occorre onestamente dire che molti vini francesi
sono non solo di qualità unica, ma hanno un prezzo assai abbordabile.Al contrario di quanto reputato al di fuori della Francia, Italia in testa, i vini francesi hanno in realtà un ottimo rapporto prezzo e qualità.E raffinatezza e profumo restano ineguagliabili.
Il problema è che te li devi comprare sul posto, in Francia. Appena arrivano/vengono commercializzati in Italia il prezzo diviene proibitivo o la qualità misteriosamente cala inaccettabilmente!
Incredibile ma vero!
Una simpatica vignetta esposta da una enoteca/cave di Avignone.
.
.
cfr/cf ; https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/06/08/melodie-o-disarmonie-del-vino-ditalia/
Una nota sui formaggi – francesi e dei Paesi limitrofi – ;
i formaggi francesi/ o ‘dintorni'(cioè olandesi/fiandre olandesi o svizzeri, Svizzera francese etc…), ‘di pregio’ al pari dei vini sono unici.
Come per i vini a regola te li devi comprare sul posto, o comunque se ordinati dall’Italia occorre che siano ‘freschi’ o ben conservati.
Spesso l’importatore/grossista italiano, tende a mal conservarli o a distribuire formaggi francesi (o ‘dintorni’) ormai non più al meglio delle loro qualità.
Accade anche come per i vini sopra visti, che alcuni formaggi francesi ,o di Paesi limitrofi come l’Olanda, vengono confezionati per il consumo fuori dal Paese di origine. Inevitabile il fatto che hanno caratteristiche organolettiche completamente diverse rispetto all’originale.
Ad esempio il formaggio olandese : ‘gouda’, se acquistato in Olanda (sua origine dalla omonima città olandese) o in Francia ha un suo caratteristico sapore – vedi qui sotto, dettagli aggiuntivi – . Ma se acquistato in Italia si noterà che più che un formaggio tipico di un Paese/città è soltanto grasso raggrumato ; come personalmente constatato acquistando in una catena alimentare – ‘Carrefour’ – il ‘gouda’ , sulla cui confezione era indicato il confezionamento presso una azienda veneta in provincia di Verona.
.
———————–
.
Ecco qualche immagine;
La ‘Tête de Moine’/ ‘testa di Monaco’,
un formaggio della Svizzera francese che si mangia non come un cacio; tagliato e non come un parmigiano; tagliato o grattugiato,
ma a ‘fiocchi’ ovvero attraverso la ‘girolle’, come da fotografia qui sopra. Deve essere ancora cremoso come da fotografia e non secco, che tende a sbriciolarsi.
Il ‘Sainte Maure de Touraine’ è un formaggio di capra stagionato che forma una crosta assai appetibile, di colore grigio bluastro.
Non deve avere un odore forte, ma delicato pur con sapore deciso. La sua caratteristica è lo ‘stecco’ di paglia che lo attraversa e su cui è addirittura impresso un numero di serie!
Le ‘gouda’ (Goudse kaas oranje) è un formaggio omonimo della cittadina dei Paesi Bassi/Olanda, dove è prodotto. Ma purtroppo non solo li, e ciò comporta differenze nette di qualità/sapore.
La caratteristica fondamentale del ‘gouda’ è che può egregiamente sostituire il famoso formaggio francese (sempre delle Fiandre, cioè nord Francia); ‘mimolette’, anche detto:’vieux Hollande’ o ‘boule de Lille’,dalla città francese del nord Francia.
Tranne che nella crosta; non edibile nel ‘gouda’, edibile e di pregio nella ‘mimolette’, ottenuta attraverso dei simpaticissimi acari, tipo quelli dei materassi…
La ‘mimolette’, qualunque sia il grado di stagionatura, è sempre di colore ‘arancione’ grazie ad un colorante naturale estratto da un fiore sudamericano. Il ‘gouda’ non sempre presenta questa particolare caratteristica.
————
Se si è nostalgici della pizza…
Un nome dato al bistrot/bettola, un pò particolare :’le bistrot des sales gosses’/ ‘il bistrot dei fratelli sporchi’. Un’ origine cinematografica, o più antica?
.
—————
.
.
Qui di seguito un menù decisamente per turisti che vogliono pranzare/cenare, in centro – centro…
Bontà loro…!
( Non importa cosa ti servono, ma dove vieni servito! Contenti loro…! )
Centro-centro!
.
.
——————
Un locale notturno da noi decisamente tramontato (le cabaret) ;
.
———————
.
.
Una nota di architettura modernista o giù di li;
( Zona Avignone sud)
Un tentativo avignonese – nostrale, a mio personale giudizio – di fare dell’architettura in stile coi tempi…