Solo Al Secondo Grado

Articoli con tag ‘antropomorfismo; do mundo da banda desenhada Walt Disney para o mundo da escultura de mármore’

L.H.O.O.Q ?

Premiazione Fondazione Henraux 2016 – Querceta di Seravezza (Lucca) – Opere in marmo del Monte Altissimo .

Inconfondibile marmo bianco a venatura sottile ma fitta e spesso arabescata ( Alpi Apuane in provincia di Lucca )

Classificato,

Daniele Guidugli, Opera:’ Moby Dick,alias Vertebra.

II° Classificato,

Kim De Ruysscher ‘Il Canotto’ e

III° Classificato

Matt Chivers con Newave ( New wave ?) con una sua poetica onda di mare bicolore

Moby Dick alias Vertebra di Daniele Guidugli primo premio 2016 Fondazione Henraux

Moby Dick alias Vertebra di Daniele Guidugli primo premio 2016 Fondazione Henraux

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Il Canotto di Kim De Ruysscher secondo premio 2016 Fondazione Henraux

Il Canotto di Kim De Ruysscher secondo premio 2016 Fondazione Henraux.   Cfr/cf confronta col canotto di Jeffrey Koons, nella fotografia qui sotto…

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NEWAVE (New wave?) alias Polyphonic di Matt Chivers.  Terzo posto premio 2016 Fondazione Henraux

NEWAVE (New wave?) alias Polyphonic di Matt Chivers.
Terzo posto premio 2016 Fondazione Henraux

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Philippe Daverio ,a sinistra di chi guarda (Presiente di Giuria)  e Paolo Carli,a destra, Presidente della Fondazione Henraux. Presso la Fondazione Henraux.luglio  2016 Querceta di Seravezza , Lucca

Philippe Daverio (°°) ,a sinistra di chi guarda (Presidente di Giuria)
e Paolo Carli,a destra, Presidente della Fondazione Henraux.
Presso la
Fondazione Henraux.luglio 2016 Querceta di Seravezza , Lucca

Cfr/Cf confronta :’Il Canotto di Kim De Ruysscher (qui sopra) secondo premio 2016 Fondazione Henraux’

con il canotto (qui sotto) dello scultore americano Jeff Koons
( Jeff,  peraltro è di casa a Pietrasanta servendosi di una ditta di Pietrasanta per selezionare il marmo e le pietre anche non delle apuane…)

Cfr/Cf confronta
‘Il Canotto’
di Kim De Ruysscher
– secondo premio 2016 Fondazione Henraux’ –
qui sopra riportato
per immagine,
con
quello qui riportato,
dello scultore americano
Jeff Koons
.
Cosa cambia?
Tutto e niente;
se Koons
si fa interprete dei desideri più banali americani/occidentali
ecco che gli europei,
,nel caso tramite
Kim De Ruysscher ,
un belga,
si fa / si fanno
interprete / i
delle sciagure banalizzate a livello delle masse amorfe.
Masse banali nei desideri come nel vivere le sciagure;
in modo del tutto
elementare!


.

.

Dichiarazione del Presidente della Giuria, Philippe Daverio, al termine della selezione

: “Tutti i giurati, con un comune intuito, hanno certificato come dalle tre opere degli artisti, risultate fra le più interessanti, si sia aperto un mondo magico pur se drammatico.
Ma l’arte, consapevolmente o inconsapevolmente, è sempre guidata da una poetica capace di rappresentare la storia in cui vive.
Le tre opere finaliste sono unite l’una all’altra da un denominatore comune, tutte e tre ritraggono un’urgenza e il dramma più diffuso del mondo contemporaneo.
Il Moby Dick di Daniele Guidugli, un osso di balena arenato sulla spiaggia,
la bicromia, dunque gli opposti di un bianco e nero che sembrano rappresentare il nord e il sud del Mediterraneo, in Polyphonic di Matt Chivers e
il canotto di Kim De Ruysscher, accartocciato, rovesciato e alla deriva come le molte imbarcazioni di fortuna che ogni giorno traghettano verso la speranza, spesso delusa o negata, migliaia di persone, divengono un corpus stringente e significante di questo tempo di migrazioni che l’arte vuole cogliere nel seme della bellezza”.

Presidente della Giuria – Fondazione Henraux – , Philippe Daverio.

( http://www.distampa.com/premio-henraux-finalisti/ )

Riporto inoltre :“

nello specifico, l’Accademia dell’Altissimo è incaricata di selezionare tutte le proposte che giungeranno in Fondazione fino allo scadere del bando e di scegliere i venti artisti-finalisti che potranno realizzare le loro opere.

La giuria, successivamente, selezionerà le tre opere finaliste e decreterà il vincitore della terza edizione del Premio, oltre ad assegnare il secondo e terzo posto.

( come riportato da : ‘
http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/2016/03/05/news/grandi-nomi-in-giuria-per-il-premio-henraux-1.13073418 ‘)

e anche ( http://iltirreno.gelocal.it/regione/2016/07/23/news/nel-bianco-del-marmo-nasce-la-balena-da-relitto-alla-scultura-1.13860373?ref=search )

Anche se forse non è del tutto esatto ( quanto qui sopra trascritto da sito, di cui vedi link) circa il sistema seguito nella selezione dei progetti d’Opera giunti in Fondazione;
prima con una cernita di venti Opere, da parte della Accademia dell’Altissimo e poi
tra queste venti una ulteriore cernita delle tre finaliste da parte della Giuria della fondazione Henraux,

in primo luogo

(*) si rimane perplessi sul ‘metodo’ . Sulla logicità seguita dai giurati e dai dotti appartenenti dell’Accademia.

In quanto la scelta è fatta fra tre Opere che affrontano lo stesso identico tema

;quello degli sbarchi in Italia di clandestini provenienti dal Continente africano mediante barconi che finiscono col mietere vittime…

Ciò ( tale perplessità ) sul piano ‘ engagé ‘ delle Opere selezionate.

Per giunta tema ripetuto per ben tre volte! Altro che doppione!

(*) Ed inoltre sulla loro stanca realizzazione dal punto di vista estetico; ovvero ripetitività del legame tra marmo e sua capacità ‘metamorfica’ / imitatrice di elementi naturali od artificiali .
In altri termini; come nel mondo dei fumetti – vedi ad esempio Walt Disney – si ha un processo di antropomorfizzazione del mondo animale così da renderlo simile per aspetto e comportamento a quello umano,
al pari
oggi nel mondo del marmo (e non solo) – forse perché si ha poco da dire – si ha un processo imitativo di cose reali ( naturali od artificiali ) mediante il marmo stesso. Un gioco.
Un procedimento del tutto superficiale che rimane un lavoro superficiale e nient’altro e come tale effimero.

Questo sul piano della ricerca artistica delle Opere scelte.

( E questo tralasciando quanto già in questo blog riportato circa il regolamento della Fondazione Henraux :’
:’Ciò che invece legittimamente stupisce
è la loro scelta tenendo conto del bando di concorso della Fondazione Henraux, articolo 2 , in cui è richiesto preferibilmente un lavoro artistico che :’
:’l’opera si generi da suggestioni ,impressioni, energie derivanti dall’ambiente stesso (…) con la specificità del luogo e la Sua storia ( testimonianze storiche… ambiente naturale…tessuto socio economico…) ‘ [ ambiente del monte Altissimo , Alpi apuane in provincia di Lucca , n.d.c.]
Ora, cosa c’entrano questi due lavori/opere , scelti dalla Commissione, con quanto richiesto dal bando di concorso, resta un mistero…(?!) .
vedi direttamente ; https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2014/08/17/arte-contemporanea/ )

Entriamo nello specifico;

§
Daniele Guidugli con la sua ‘vertebra’ di balena
affronta il tema che tanto ricorda l’eco della poesia di Eugenio Montale ne:‘ Ossi di seppia ‘.
Solo che qui ‘ l’osso ‘ è di balena ( un mammifero come noi; più vicino,biologicamente, a noi )

§
Kim De Ruysscher con il suo ‘Canotto’
sa tanto di ‘trompe-l’œil’ che tanto va di moda nel mondo del marmo. Vedi difatti tra i molti esempi quello dei palloni e dei pneumatici al seguente link;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/07/04/arte-contemporanea-2/

§
Matt Chivers con Newave, con la sua poetica onda di mare bicolore
fa tanta, ma tanta retorica che tanto ricorda ‘Guernica’ di Picasso, dramma del 1937 nell’omonimo paese basco.

E, mio parere personale certo, questa perplessità la si nota tutta – la si legge tra le righe – da quanto espresso dal Presidente della Giuria – Fondazione Henraux – , Philippe Daverio ( Vedi qui sopra ).
Quando ,ricordo, Daverio stesso in una intervista radiofonica ne :‘ Il sole 24 ore ‘ esprime tutta la propria perplessità per questi arrivi in massa poiché ( Sue parole testuali ) :

:privi di progettualità.

La dimostrazione di quanto ora qui sostenuto è palese ; se, come sopra riportato, da dichiarazione di Daverio : “
: “…Ma l’arte, consapevolmente o inconsapevolmente, è sempre guidata da una poetica capace di rappresentare la storia in cui vive.”

Ecco che poi sostenendo,
– come dal Presidente di Giuria Daverio , fatto in altra occasione –

che : “le immigrazioni in massa sono prive di progettualità. ”

ne segue che lavori artistici su questo tema sono privi di senso / di progettualità ! Almeno se affrontati nel modo in cui sono stati affrontati in questo caso !

Ma anche trascurando,
– cosa comunque inaccettabile – , l’aspetto socio politico affrontato dalle opere dei tre finalisti,
l’aspetto di pura ricerca artistica rimane come accennato qui sopra ( § ), pur brevemente ,

un déjà-vu

o, se si vuole un querulo e sterile lamento per un mondo di cui non si vuol capire la perniciosa diversità (//)
e come tali Opere pedisseque di nessun apporto innovativo.

(Ricordo soltanto, che noi tutti abbiamo un debito con i nostri genitori e chi prima di loro,per ciò che ci hanno trasmesso anche per retaggio culturale.E , ‘bello’ o ‘brutto’ che sia questo nostro Vecchio Mondo è una ricchezza,in primis culturale, che non ci appartiene gratuitamente, ma verso cui abbiamo l’onere di curare e tramandare alle nuove generazioni.  Dunque non può essere distrutto,anche biologicamente, per pura arrendevolezza verso chi preme con gratuita violenza con ricatto morale sui nostri confini).

Tornando sulle qualità estetiche delle tre Opere,

occorre dire che certo rimane una ‘effervescenza’ estetica dovuta al fatto che col marmo si imitano, con effetto suggestivo , cose naturali (ossa) o innaturali (plastica) o di analogia (onda), ma niente più!

E… per dirla secondo versi famosi ( D. A.) :”

:” Vero è che, come forma non s’accorda
molte fiate a l’intenzion de l’arte,
perch’a risponder la materia è sorda,
così da questo corso si diparte
talor la creatura, c’ha podere
di piegar, così pinta, in altra parte;…”

Secondo questi versi; alle volte è la materia inadatta (di scarso valore intrinseco) a permettere all’artista di  esprimere le idee dell’artista stesso.                                                Ma altre volte è vero l’opposto; l’artista pur avendo a disposizione dell’ottima materia su cui lavorare (il marmo nel nostro caso) , non ha le idee troppo chiare e quindi finisce con il creare opere bizzarre…

Nei casi visti, ‘la luce del talento’ non ha percorso i tre lavori in marmo ;    ‘si diparte’ / si discostano , tutti e tre gli artisti , e alla grande,   ( giuria  ovviamente  compresa )  , dal realizzare ( dallo scegliere) delle Opere di vero valore  !

E, per dirla con altre parole di una grande figura del Nostro passato :”

:” Se l’ pittore vol vedere cose che sieno buffonesce e risibili, lui n’è signore e Dio (…) “

[ Se un artista vuole realizzare opere buffe e ridicole, ne è signore e padrone (…) ]
Leonardo da Vinci.

Mi spiace solo che non vengano pubblicati tutti i progetti giunti in Fondazione così chi vuole può realmente esprimere un suo ‘giudizio compiuto’, sulla scelta fatta dalla Giuria e dalla Accademia…

Non resta che una domanda ( da cinefili incalliti…):

:Is it safe?

Is it safe?

Is it safe?

Il dentino ,metaforicamente, vien via..!

      Da Extraktion   (Geschenk von Deutschland!)

Da Extraktion (Geschenk von Deutschland!)

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P.S.

L.H.O.O.Q ?

alias (…)

‘Souvenir d’Italie’! Caroselli mediatici in cui l’arte ha la ‘a’ minuscola!

Queste realtà,
fatte da Commissioni di ‘addetti ai lavori’, nobildonne annoiate, giovani rampanti / intraprendenti, registi in pensione, critici e ‘firme inossidabili’ della carta stampata etc…
le abbiamo viste anche nel secolo passato.
Ma, va notato , che nel nostro secolo queste realtà sono uno dei frutti – maleodoranti – della globalizzazione. Che vede il mondo italiano relegato a produrre novelli ‘Souvenir d’Italie’, oltre la pizza, il mandolino etc…

https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2012/01/02/globalizzazione-apparente-per-quanto-appariscente/

Dispiace che tanto bel marmo e ‘fette di monte’ vadano sprecati in questo modo!

https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2016/01/28/thats-why-the-marble-renaissance-in-the-third-millennium/

(°°)
Philippe Daverio,
se ha un merito è quello di aver sdoganato l’arte da un mondo polveroso, archeologico museale. Un’arte che era memoria ed interesse di pochi. E ciò lo ha fatto con un approccio certamente scanzonato ma non svilente il contenuto artistico di questa o quell’Opera d’arte.
Ma come tutti, è certo all’interno di un Sistema che tutto fagocita. E come tale è un ‘otage’ del suo tempo.
Il prezzo pagato è stato quello di divenire una sorta di ‘living ready-made’ che tanto non si discosta dalla vecchia figura del clown…
Ma ogni tanto,                                                                                                                    -come ‘il giullare del Re’ ( un bell’esempio è dato dal giullare di amletica memoria )-  dice come stanno le cose – ma…solo ogni tanto! –   Quanto sopra analizzato dimostra che  non è ‘una di quelle volte’.

Philippe Daverio   Address: Piazza Luigi Bertarelli 4, 20122   Milano

Philippe Daverio
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Piazza Luigi Bertarelli 4, 20122 Milano Insuperabile la Sua auto presentazione !

 

(//)
Un dramma non è mai unilaterale; di conseguenza la sua rappresentazione artistica ha due ( o più ) espressioni dello stesso.

[ Un esempio di ciò lo troviamo negli USA con la pittura
da una parte
della ‘action painting / espressionismo astratto’ ; la pittura anti-eroica per eccellenza che ha il merito di sottolineare drammaticamente un grande vuoto nel nuovo mondo / nuovo Continente .
Dall’altra
quella della pop-art in cui l’artista entra a far parte,accetta ( a suo modo ) del / il Sistema. ]

Il dramma che si è voluto sottolineare con questa premiazione , e per ben tre volte ,
è un dramma rappresentato (e quindi prima vissuto) in maniera del tutto unilaterale (unilaterale anche nella reazione emotiva e morale). Che palesa inaccettabili sensi di colpa frutto non solo di erronee interpretazioni storiche ma anche pieno di sentimentalismo da feuilleton,espressione di un battage giornalistico indirizzato a formare un’opinione pubblica ben precisa delle masse (acritiche).
Ed inoltre ,fatto questo centrale,
tutto ciò che è sbandierato, con questi tre lavori finalisti, non tiene conto dei veri e più incisivi drammi che percorrono le coscienze del Nostro mondo Occidentale.
Se,altro utile esempio, si fosse vista anche questa realtà ,ma in un’ottica più ampia – e non in modo unilaterale e acriticamente – attraverso la ,a quanto pare dimenticata, lezione pittorica di Francis Bacon,certamente si sarebbe raggiunto un ben altro livello nell’utilizzo del marmo… ( Magari qualche lavoro presentato contiene quanto ora qui espresso, ma è stato evidentemente ‘refusé’, per cui è alla critica che è qui rivolta questa ‘critica’ e non all’artista dal lavoro ‘refusé’. A cui non può che andare la Nostra simpatia ! )

Per concludere; giudizi di critica artistica arrendevoli, che si piegano sia alla cronaca del momento sia a parametri concettuali nazional-popolari, faranno pure cronaca ma saranno spazzati via dalla storia, dalla sua inesorabile nemesi, insieme ai lavori scelti .

Ma…come dico sempre ognuno ne tragga le conclusioni che meglio crede!

'Leon Battista Alberti.   Architetto fiorentino' ; un omaggio della città di Firenze a questo grande teorico e critico 'suggeritore' dell'Arte del Suo tempo.

‘Leon Battista Alberti. Architetto fiorentino’ ;
un omaggio della città di Firenze a questo grande teorico e critico ‘suggeritore’ dell’Arte del Suo tempo.

Ma... basta guardarsi un attimo intorno, a questa 'solenne scritta' e notiamo...

Ma… basta guardarsi un attimo intorno, a questa ‘solenne scritta’ e notiamo…

...che il contrasto tra passato e presente è palese. Non tanto per la diversità ma per L'INSOFFERENZA vera e propria che certe scritte (graffitismo in questo caso) MOSTRANO inequivocabilmente.

…che il contrasto tra passato e presente è palese.
Non tanto per la diversità ma per L’INSOFFERENZA vera e propria che certe scritte (graffitismo in questo caso) MOSTRANO inequivocabilmente.

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Un Alberti che indirizzava l’arte di molti artisti senza forzature, evitando che nel far ciò quel che di creativo vi era in un artista andasse perduto.
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Come sopra evidenziato correre dietro a mode artistiche ed a battage giornalistici,
con un atteggiamento che evita accuratamente di affrontare (nel modo corretto) certi temi, porta solo – a lungo termine – ad allontanarsi da quel che di creativo si produce ancora…

Questo simpatico struzzo in cartone,attualmente -estate 2016 – presso la Porta di Sant’Anna a Lucca, riscuote il plauso e la simpatia di chi scrive come                                                      ‘ l’omaggio alla città di Pietrasanta di Giovanni da Monreale ‘ di cui vedi fotografia Opera attraverso il seguente link;

Questo simpatico struzzo in cartone,attualmente -estate 2016 – presso la Porta di Sant’Anna a Lucca, riscuote il plauso e la simpatia di chi scrive come ‘ l’omaggio alla città di Pietrasanta di Giovanni da Monreale ‘ di cui vedi fotografia Opera attraverso il seguente link;

https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/07/04/arte-contemporanea-2/

e fotografie del post direttamente;

https://soloalsecondogrado.files.wordpress.com/2015/07/sam_7641.jpg

e,

https://soloalsecondogrado.files.wordpress.com/2015/07/sam_7639.jpg

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Tutto questo ha diverse profonde motivazioni e quindi ‘modelli’ che ne possono dare una spiegazione.
Nell’epoca del ‘postmoderno’
non è più possibile creare da un blocco di marmo un ‘capolavoro’ (rinascimentalmente inteso).
Non è più possibile, per la semplice ragione che miti, ideologie o, per ‘dirla alla Campanella’, una ‘Società / città del sole’, non hanno più luogo; il ‘genius loci’ è scomparso per far posto a ‘vitelli d’oro’ tanto criticati per quanto amati.

Ne segue che oggi un potenziale capolavoro, una idea tanto brillante per quanto originale, non può che concretizzarsi in un semplice, amorfo, informe, ‘blocco di marmo’ . I significanti, come la direzione del tempo sono incredibilmente invertiti!

Un esempio mutuato dal mondo della pittura;
Giorgio Morandi , si accostò a suo tempo al movimento pittorico d’avanguardia dei futuristi.
Ben presto se ne allontanò non condividendone gli ideali e la fiducia in un progresso generabile con un totale rinnovamento in senso modernista della Società.Miti allora ve ne erano ancora…
Morandi si rifugiò quindi – come altri pittori a lui coevi – in un mondo silente,fatto di ricerca pittorica. Divenendo il ‘pittore delle bottiglie’.

Giorgio Morandi. Museo Novecento,         Firenze

Giorgio Morandi.
    Museo Novecento,
                                                                  Firenze.                                                                                       Si noti che anche  un paesaggio,nella pittura di Morandi è in realtà una ‘natura morta’ !

Ma,come si può notare, il ‘genius loci’ [ nel caso dell’esempio, – per rendere appieno l’idea – , il ‘genio della lampada’ di (Aladino) ] in ogni Opera di Morandi, non è presente; è  fuggito via! Le Sue bottiglie sono, e rimangono, desolatamente vuote! Pur avendo fatto della valida ricerca pittorica – come gli impressionisti – , Morandi non fu propriamente – nel senso ora espresso –  un interprete del suo tempo.