Il Càos dell’Arte occidentale del XX secolo…Il periodo picassiano attraverso Modì,
ovvero attraverso l’universo culturale italiano di Amedeo Modigliani
.
…Attraverso il pittore degli occhi vuoti; senz’anima
(seconda parte)
E’ in corso a Pisa, presso il ‘Palazzo Blu’, una mostra antologica su Amedeo Modigliani; un livornese trapiantato a Parigi tra la fine ottocento e primi del novecento.
Mostra titolata:’
:’Amedeo Modigliani et ses amis’
(dall’ottobre 2014 a febbraio 2015).
La mostra, va detto, è stata ben organizzata.
A chi percorre le sale si presta immediata l’idea dell’organizzatore dell’antologia su questo pittore/scultore ; mostrarne il valore attraverso le fasi di successiva trasformazione/evoluzione pittorica.
Dagli esordi da ‘macchiaiolo’ alla ‘Telemaco Signorini‘,fino alla maturità consistente in una eclettica fusione di stili ed idee in uno stile sincretico del tutto personale.
In questa evoluzione Modigliani per aspetti non solo pittorici ma anche personali
– di relazione con altri artisti, di attenta osservazione e studio di altri pittori contemporanei a Lui e non etc… –
può essere associato a PaulGauguin,peraltro di una genarazione più giovane di Lui e di formazione artistica parigina come Lui e… ,vedi un pò il caso , abitanti per un periodo lo stesso malmesso atelier.
Prima di lasciare lo spazio alle immagini che parlano da se ecco alcuni elementi che permettono di rendersi conto di quanto ora fatto cenno.
Modigliani nasce in Italia presso Livorno città Toscana allora vocata all’arte pittorica.
In quel periodo – alla data della sua nascita – si erano già affermati i così detti – con termine spregiativo – i pittori toscani ‘Macchiaioli’ .Quelli che dipingevano senza disegno preparatorio ; per macchie. E che, pur rimanendo dei figurativi ,a differenza degli impressionisti che nasceranno circa un ventennio successivo ai macchiaioli stessi, aprono la strada ad un nuovo universo pittorico che sarà quello dell‘arte astratta, l’arte che elide tutto ciò che è figura.
Uno dei primi quadri di Modigliani, custodito a Livorno presso il Museo ‘Giovanni Fattori’, ne è un esempio da manuale.
Modigliani infatti dipinse quel quadro a Livorno poco più che ragazzo e sotto l’egida di insegnanti di stampo macchiaiolo.
Ha i limiti da ‘bozzetto toscano’ alla ‘Telemaco Signorini’ ( il teorico / intellettuale dei Macchiaioli) e privo di quella maestria del più bravo dei Macchiaioli; Giovanni Fattori.
Oscar Ghiglia,post Macchiaiolo – colorista – amico di Modigliani gli scriverà:’
:’ …Quell’uomo che nella sua energia non sa continuamente sprigionare nuovi desideri e quasi nuovi individui destinati per affermarsi sempre ad abbattere tutto quel che è di vecchio e di putrido restato ,non è un uomo ,è un borghese,uno speziale, quel che vuoi.(…) Abituati a mettere i tuoi bisogni estetici al di sopra dei doveri verso gli uomini.
Se vuoi fuggire da Livorno ,io posso fornirti ,finchè posso,…’
Lettera di Oscar Ghiglia, all’allievo Amedeo Modigliani
Chiaro che dopo consigli di questo genere ben capisce Modigliani che deve uscire dai confini ottusi, culturalmente e politicamente, di una italietta governata da un Re nano fisicamente ed intellettualmente.
Parigi ,cuore del mondo culturale di allora non potrà che essere la Sua meta.
E quì farà il Suo primo salto qualitativo ; consistente nell’ascoltare e capire le tendenze e l’ evoluzione dell’Arte ; un percorso verso l’Arte astratta attraverso l’amico Picasso, il recupero di una primitività antropologica rappresentata dalle sculture lignee africane dai tagli netti ed allungati il recupero della classicità greca romana etc…
In tutto questo Modigliani innesta molto del mondo italiano rinascimentale;
il non rifiuto totale della figura,
la grazia del tardo rinascimento come ad esempio la Madonna raffaelliana,
una ricerca cromatica che dà con gli elementi sopra ora detti un costrutto ai Suoi dipinti.
Modigliani non accetterà mai di ridurre tutta la Sua Opera a pura ricerca analitica razionale ,da un lato, e ancor meno farà dell’Arte uno strumento di denuncia sociale – pamphlet – come farà l’amico Picasso .
( Ed è per questo ultimo aspetto che ha mantenuto nel tempo molta modernità/attualità ,a differenza di molti altri Suoi colleghi coevi artisti quali Picasso stesso)
In scultura;
Modigliani begins to sculpt thinking of creating a sculpture.
However, as he proceeds he obtains a simple epigraph.
But … a completely original epigraph;
an epigraph that communicates no longer through signs, letters, and therefore a spelling.
But that communicates through a spelling that has become universal image.
Ma qui nasce in Lui una visione del mondo che cerca di cogliere nei suoi aspetti più incisivi.
E fa questo attraverso gli occhi
– Occhi in evoluzione nei suoi dipinti, e causa dell’abbandono della scultura come mezzo espressivo della Sua Arte –
occhi che prima divengono quasi ‘strabici’ poi uno completamente scuro ,quasi la pupilla ne riempisse l’orbita, e l’altro ‘normale’ poi ancora uno tratteggiato e l’altro vuoto su un volto sardonico,crudele come l’ ‘Apollo Vulca del tempio di Veio’ e che ricorda tanto l’Opera contemporanea a Modigliani dei ‘Fauves’ e degli espressionisti tedeschi.
Questa evoluzione oculare
se rappresenta dal punto di vista dell’Arte astratta un metodo per far corrispondere il piano figura con quello dell’ambiente circostante così da creare un Trait d’union tra i due piani – elementi,
testimoniano nel contempo l’impossibilità
– da un punto di vista di ricerca emozionale, non astratta artistica (figurativo) –
di Modigliani di trovare bellezza in un Mondo fatto di ‘speziali’ – io ho sempre qui detto ‘bottegai’ alla Mc – e piccolo borghesi come gli scrive nella lettera qui sopra riportata Oscar Ghiglia.
Se alle volte gli occhi sono azzurri il desiderio di ‘volare’ dell’Artista è palese come in Lui si manifesterà attraverso l’uso deleterio di alcool e droghe .
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Alcune Sue Opere;
(ne :‘ispeziona elemento’ note sintetiche sulle immagini)
Nota;
a quanto pare il ‘ nudo ‘ e ‘ l’osceno ‘ alla Brancusi,destavano proteste tra gli ‘speziali’ – come afferma Oscar Ghiglia nella lettera all’allievo Modigliani – a quei tempi, ma non erano poi tanto peregrini nella cultura/abitudini quotidiane di massa,almeno cittadine.
Oggi sembrano creare più scandalo – sommesso/velato – tra molti benpensanti .
Si noti che le modelle di allora erano ‘molto più in carne’; l’ideale di bellezza era più vicino alla’ prosperità’ .
Ed anche, parlando di modelle,si veda nella fotografia qui sotto,un lavoro di Marcel Duchamp Ready made del 1950 circa ( Opera tarda dell’artista ) in cui mostra di aver ben acquisito ,benché ormai ultra settantenne, i nuovi canoni di bellezza femminili ; ‘sul magrolino’ ‘secchette’;
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Le modelle
– vero e proprio pennello d’Autore – di Yves Klein ( l’artista de :’ International blue Klein ‘ / un blue brevettato da Klein stesso nel 1960 ) –
dell’eclettico artista francese degli anni sessanta, Yves Klein ( esponente de :‘ Nouveau réalisme ‘ ) sono invece abbastanza in carne; colpa forse di una cucina parigina eccessivamente ‘al burro’ !
Si noti l’impossibilità in Modigliani
di rappresentare ,
per mezzo della scultura – da lui presto abbandonata, per dedicarsi alla pittura – ,
gli occhi
Questa sua Opera scultorea, qui sopra ne è un esempio lampante ed è di spiegazione del Suo successivo impegno nella pittura che gli permetterà di rappresentare gli occhi nelle Sue intenzioni artistiche.
Si confrontino gli occhi – inesistenti – nella scultura qui sopra riportata, di Modigliani, con quelli del David di Michelangelo;
Non è un limite di Modigliani, il non aver raggiunto la piena espressività artistica visiva di Michelangelo.
Il non aver raggiunto il livello di un occhio estroflessione dell’animo di chi è rappresentato.
Modigliani non poteva rappresentare degli occhi come quelli del David di Michelangelo, perché quelli erano rappresentativi dell’Epoca di Michelangelo,e solo di quella.
Modigliani doveva e voleva rappresentare gli occhi -allucinati ed allucinanti – dell’Epoca in cui Lui viveva;
degli occhi rappresentativi del caos del XX secolo
E per mezzo della pittura colse nel segno.
Questo è il risultato – possiamo vedere il tutto anche così – di un lavoro costante di Chi se pur,forse, senza essere fornito di grandissima genialità, sa ascoltare capire e lavora nel posto giusto nel momento giusto con le persone adatte…
E’ per questo che si differenzia dal Writer qui sotto…
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