The ‘unfinished’ or ‘sketches’ of Michelangelo Buonarroti?
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The ‘unfinished’ or ‘sketches’ of Michelangelo Buonarroti?
alias,
Le Opere michelangiolesche come il sapere aristotelico.
Premessa la domanda qui sotto,qui riportata da altro post;( da______ a_______ )
(da________ )
Da ;’ Pietrasanta; Little Athens? (…) Post del 11 agosto, 2015 ‘
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/08/11/pietrasanta-little-athens/
(…)
Come mai nella Firenze del XV e XVI secolo ,nel cuore del Rinascimento,
un artista come Leonardo da Vinci rifuggiva dall’utilizzare il marmo come elemento base per la scultura, preferendo a questo il bronzo,
e nella pittura insisteva sulla pittura ad olio evitando la pittura a fresco,
mentre
Michelangelo Buonarroti fece esattamente l’opposto ?
Una risposta ,
certo anche contestabile, sta, ‘in nuce’ , nella definizione che possiamo dare dell’ Arte di Leonardo ,del Suo lavoro artistico ;
tutto la Sua Arte è stata in fondo assimilabile al Suo impegno nella Scienza, alla Scienza in genere.
Ovvero un lavoro prettamente di ricerca, di sperimentazione, d’avanguardia se si vuole .
Leonardo intuì la fisicità e l’aspazialità/la non spazialità del mondo greco classico artistico .
Leonardo ben capì che le Opere in marmo avevano un loro quasi esclusivo aspetto narrativo e di ricerca delle proporzioni.
La pittura a fresco ere il pendant della scultura .
Ed essendo un ricercatore Leonardo rifiutò sia il marmo che la pittura a fresco .
Ecco dunque il motivo per cui nel mondo classico come nel Rinascimento ( di Michelangelo ) le sue Opere erano comprese da tutti,dal grande pubblico .
Con il bronzo da un lato, e la pittura ad olio con le sue velature (e sfumature assai tenue del disegno) dall’altro ,Leonardo cercò di percorrere una strada del tutto nuova ,riuscendovi appieno e ponendo le basi di lavori come quelli svolti da artisti come Rembrandt ,Tiziano o Vermeer .
Ma Leonardo – a causa di questa Sua continua sperimentazione – fu mal capito dal grande pubblico di allora ed anche da buona parte della classe dirigente a Lui contemporanea.
( Ricordo infatti che dovette emigrare in Francia per ottenere il giusto riconoscimento e onori regali francesi ).
Le premesse da cui partì invece Michelangelo
furono di tipo classico greco, ecco dunque la ricerca delle proporzioni, perfettamente raggiunte nel Suo David .E naturalmente partendo dalla ‘materia marmo’.
( cfr i 4 DAVID attraverso il seguente link;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/08/29/4-david/)
Opere scultoree perfettamente capite dal grande pubblico di allora,come da quello odierno.
Ed ecco la pittura ad affresco che narrava episodi concreti e definiva gli oggetti in uno spazio privo di riferimenti all’ora e quindi alla luce. Per cui cose e spazio erano estranei seppur compresenti in una perfetta prospettiva lineare ma non dell’etere .
Opere michelangiolesche in uno spazio atemporale, quasi come il sapere aristotelico che pretendeva,definito un certo argomento, rimanesse così delineato per sempre ; un sapere scoperto nella sua eternità e quindi atemporalità…
(…)
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Nota;
il DAVID in marmo di Michelangelo
fu commissionato a Michelangelo stesso nel 1501 (dal Gonfaloniere della neonata Repubblica di Firenze, nella persona di Piero Soderini).
Nel febbraio del 1502 era a metà dell’Opera ed un anno dopo, febbraio 1503 il DAVID in marmo era ormai terminato.
Ma – va sottolineato – che nel 1502 la Signoria di Firenze commissionò a Michelangelo anche un bronzo (statua in bronzo), in grandezza naturale di un DAVID che si ispirasse fortemente al DAVID in bronzo di DONATELLO
(vedi/see https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2015/08/29/4-david/ )
Questa statua bronzea, Michelangelo la terminò nel 1508 – presso la Fonderia di Messer Benedetto da Rovezzano – e fu inviata dalla Signoria di Firenze in Francia.
Ascanio Condivi, biografo ed amico di Michelangelo, scrive anche di un altra fusione in bronzo di Michelangelo, anch’essa perduta (sempre di un David).
Senza contare poi di una fusione in bronzo di Michelangelo, realizzata a Bologna per Papa Giulio II° della Rovere , che ritraeva lo stesso Papa con la spada in mano,. Statua da collocare nella basilica di San Petronio – Bologna – ,anno 1506. Anch’essa perduta.
Ed infine un tondo in bronzo che ritrae una Madonna con Bambino, in grembo a Sant’Anna , bronzo spedito a Bruges – Belgio – ,anch’esso perduto.
Michelangelo, a differenza di Leonardo,
non si soffermava in tante considerazioni filosofiche e di ‘consistenza artistica’ di un certo materiale (bronzo , marmo etc…), prima di affrontare la realizzazione di un’Opera. Con disegni prima e modelli poi, Michelangelo ne testava la validità estetica con la sua realizzazione. Solo dopo decideva se concluderla o meno.
Pertanto egli si cimentava in tutti i campi.
Non vale invece l’opposto; Leonardo si sottraeva a questo o quell’impegno se non era più che sicuro di ciò in cui si cimentava.
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Queste parole, scritte da un contemporaneo di Michelangelo e Leonardo,
il letterato e statista Baldassarre Castiglione – di cui Raffaello Sanzio realizzerà uno dei più bei ritratti mai eseguiti al mondo (Louvre) – ,
chiariscono bene una caratteristica leonardesca;
Baldassarre Castiglione – ( 1478 / 1429 ) – ebbe a scrivere su Leonardo da Vinci:’
:’ Un altro de’ primi pittori del mondo,
sprezza quell’arte dov’è rarissimo.
Ed essi posto ad imparare filosofia;
nella quale ha così strani concetti e nove chimere,
ch’esso con tutta la sua pittura non sapria dipingerle ‘.
Baldassarre Castiglione wrote about Leonardo da Vinci: ‘
:’one of the greatest painters in the world despises painting where he is a Master.
He studies philosophy; discipline in which he has such strange ideas that he could not paint them with his pictorial art ‘.
Un parere quello di Baldassarre Castiglione,
straordinariamente attuale e di straordinaria lucidità nel giudicare Leonardo da Vinci nella totalità della sua opera,
senza sbavature ne ‘piaggerie’ alla Giorgio Vasari.
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Infine, va detto che tutte le Opere in bronzo di Michelangelo, come quelle di Leonardo sono andate perdute per il fatto che il bronzo, una lega saldissima, era utilizzato come materiale bellico per far cannoni.
Quelle opere bronzee ebbero dunque la sventura di essere fuse per simili impegni militari…
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(a_________)
Vedi nota (**) , in calce.
Premessa questa domanda,
riporto qui sotto una serie di fotografie di buona parte del ‘non finito’/ The ‘unfinished’ or ‘sketches’ of Michelangelo che ben riflettono un Suo aspetto della ricerca da Lui compiuta.
Ciò attraverso un’altra domanda:’
Come mai Michelangelo ha prodotto un così grande numero di Opere scultoree ‘unfinished’ or ‘sketches’ ?
Di sicuro non per aver avuto una vita breve, dato che campò ben ottantanove anni; veneranda età non solo per la Sua epoca,ma anche per l’attuale !
Si è ipotizzato da un lato una Sua accettazione di una eccessiva quantità di lavori,
che gli impedirono materialmente di portarli a termine tutti quanti.
Ma questa tesi appare debole, difatti alcuni lavori giovanili contengono volutamente una parte di ‘unfinished’ or ‘sketches’;
vedi fotografia qui sotto de :‘ Battaglia dei Centauri ‘ stiacciato, conservato presso la casa Michelangelo stesso,in via Ghibellina a Firenze.
Qui, all’interno di questo ‘stiacciato’,cioè un bassorilievo scolpito nel marmo, Michelangelo passa da figure perfettamente delineate, e anche ben rifinite mediante lucidatura, a un ‘unfinished’ or ‘sketches’ nella parte alta dello ‘stiacciato’ in cui volutamente Michelangelo lascia visibili i segni del lavoro con lo scalpello.
Si è ipotizzato dall’altro
una Sua rispondenza in scultura alle idee neoplatoniche prevalenti a Firenze in quell’epoca – vedi il filosofo Marsilio Ficino -.
Idee che potevano indurre uno scultore ad abbozzare soltanto un’Opera, sicuro che fosse l’idea (di platonica memoria ) sufficientemente presente nel lavoro scultoreo svolto con un semplice abbozzo.
Ma lavori come :‘le quattro parti del giorno ( aurora, crepuscolo / notte e giorno )‘ ; quattro statue a decoro rispettivamente delle tombe di Lorenzo, duca d’Urbino nipote di Lorenzo il Magnifico e di quella di Giuliano, duca di Nemours figlio di Lorenzo il Magnifico lasciano perplessi vedendo un ‘unfinished’ or ‘sketches’ presente nelle due teste delle statue maschili (‘giorno’ e ‘crepuscolo’) .mentre quelle femminili sono perfettamente definite.
Un universo ‘femminile’ idealmente ben definito, mentre quello maschile era per Michelangelo indefinibile, ‘unfinished’ or ‘sketches’ ?!
Magari era vero il contrario,sia per Lui allora, come per noi oggi !
Può certo essere che alcuni lavori,
– come quelli per la Tomba monumentale/ciclopica ,in origine, di Papa Giulio II lasciati in disparte per lavori subentrati, pittorici, a cui Michelangelo fu chiamato da Papi successivi a Papa Giulio II stesso – ,
fossero in effetti semplicemente ‘incompiuti’, non terminati per ragioni pratiche.
Ma ascrivere ogni Suo lavoro ‘unfinished’ or ‘sketches’, a semplici questioni di tempo, appare ,
come per l’esempio sopra riportato – tombe dei due ‘Medici’ ,nella Sagrestia nuova all’interno della Cappella medicea nel complesso di San Lorenzo Firenze –
spiegazione debole.
Ed ecco che non rimane che una sola spiegazione plausibile;
; nel tempo, nel corso del Suo lavoro Michelangelo ebbe intuizione assai simile a quella di Leonardo da Vinci; come quest’ultimo precorreva i tempi col bronzo e con la pittura velata ad olio, così Michelangelo svolse accenni di stili precorritori attraverso il ‘unfinished’ or ‘sketches’ nella scultura.
Ciò gli dava parvenza di ‘sfumato’ come ciò si palesava nella pittura leonardesca.
Nell’abbozzare il marmo egli ne vedeva gli elementi intuiti,che andavano verso una ricerca che si lasciava alle spalle il mondo classico rinascimentale.
Ma nel momento in cui proseguiva nel definire il blocco di marmo scolpito, la figura che ne traeva perdeva quel ‘quid’ da lui visto nell’abbozzo.
Nella tarda pittura michelangiolesca
– vedi ‘Conversione di S Paolo’ e ‘Crocifissione di San Pietro’, affreschi nella Cappella dei Santi Pietro e Paolo, alias cappella Paolina, presso il Palazzo apostolico nella Città del vaticano –
si nota anche qui il tentativo di una pittura meno definita, meno incisiva, più sfumata/velata, cioè come nel ‘unfinished’ or ‘sketches’ in scultura.
Si noti che sia Michelangelo sul Suo ‘unfinished’ or ‘sketches’ , sia Leonardo sulla Sua pittura velata/sfumata,
non lasciarono scritto alcuno in merito; nessuna spiegazione di Michelangelo dei Suoi ‘unfinished’ or ‘sketches’ ,come nessuna spiegazione di Leonardo del Suo ‘velato’ e lunghi ripensamenti sul ‘velato’ stesso che inducevano Leonardo a tornare insistentemente sul Suo stesso lavoro come, ad esempio, sulla Sua famosa ‘Gioconda’ .
Del resto come potevano mettere nero su bianco di una loro semplice lontana intuizione, che peraltro il tempo bollerà come corretta !
Ed ecco una serie di fotografie in merito;
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In merito alla domanda di cui sopra:’
Come mai Michelangelo ha prodotto un così grande numero di Opere scultoree ‘unfinished’ or ‘sketches’ ?
ecco una risposta di uno storico d’arte del secolo scorso,
Charles de Tolnay
– un austro-ungarico (nato; ‘Károly von Tolnai’), americano d’adozione, che fu anche direttore (per chiara fama) della casa – museo di Michelangelo Buonarroti in via Ghibellina a Firenze –
che scrive:’
:’ Nelle Opere ‘non finite’ di Michelangelo Buonarroti, non si rilevano contrasti di superficie , e nemmeno sono evidenti i contrasti tra zone ben rifinite e zone grezze
(vedi/see, ‘il giorno’ e ‘il crepuscolo’ qui sopra nella sagrestia nuova delle cappelle medicee, n.d.c.)
che ritroveremo secoli dopo in Rodin.
Dall’analisi della tecnica di Michelangelo, risulta che egli sia giunto al ‘non finito’ non attraverso un principio teorico alla base della sua scultura, ma da un giudizio che sorgeva sulla scultura stessa mentre la scolpiva.
Nessuno potrà mai dare una risposta certa e definitiva sul perché egli abbia lasciato un gran numero di Opere scultoree ‘non finite’.
Probabilmente vi furono differenti ragioni di varia complessità.
Due di queste sono tra loro contrapposte; ragioni esterne all’Opera ed interne alla stessa.
Tra le prime vi sono; la mancanza di tempo, la scarsa qualità del marmo via via che procedeva nel lavoro, la scarsa qualità della riuscita dell’Opera.
Tra le seconde; il fatto che finire un’Opera comportava il necessario completo distacco dell’Opera stessa dalla materia di origine. E quindi l’eliminazione del processo creativo, da Michelangelo ritenuto di pari importanza all’Opera stessa.
Così ogni volta che scolpiva la materia si trovava ad un punto in cui doveva prendere una dolorosa decisione; mostrare la perfezione formale di un finito , in realtà priva del momento creativo, o mostrare quest’ultimo rinunciando ad una perfezione plastica’
Charles de Tolnay 1969.
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Confronta questi lavori michelangioleschi con i seguenti lavori del ‘Tribolo’ – lavori ‘epigoni’ del suo Maestro Michelangelo ;
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A conferma
di quanto ora sostenuto circa i
‘ripensamenti’ di Michelangelo sul classicismo,
si devono tener presenti
i tempi di esecuzione del Suo David in confronto ai tempi di esecuzione dei due affreschi della Cappella Paolina.
La velocità di esecuzione del David – seppur opera giovanile con un Michelangelo in piena forma fisica – nonché la definizione del David stesso nei minimi particolari, fanno da contrappunto ai tempi assai lunghi nello svolgere i due affreschi paolini, con un volto ,nell’affresco che ritrae la crocifissione di san Pietro, del Santo che sembra palesare tutta l’insoddisfazione, il tormento se si vuole, di Michelangelo .
Nel David, Michelangelo
volle sopratutto esprimere un’idea politica; quella della Sua piena adesione alla Repubblica fiorentina del Soderini con segretario nella persona del Machiavelli, contro una Signoria medicea, che seppur mecenate a piene mani di Michelangelo stesso era ormai divenuta una sorta di tirannide
( Michelangelo, dopo la caduta della Repubblica fiorentina e la restaurazione della Signoria medicea, si nascose per ben tre mesi in un vano sotterraneo nella Sagrestia nuova ,all’interno delle cappelle medicee, proprio per paura della reazione violenta dei Medici nei suoi confronti per l’appoggio alla Repubblica ).
Rappresentando col David questa idea, Michelangelo non poteva non rifarsi al modello greco. Ad una Grecia antica che voleva una rappresentazione artistica di figure dalle perfette proporzioni, riflesso della perfezione del Governo politico.
( Un’Opera ideale riflesso di un Governo ideale; ecco cosa realmente rappresenta il David ).
Invece, nei ‘ripensamenti’ sul classicismo, Michelangelo,
volle esprimere tutte le sue riserve di carattere prettamente artistico sul valore intrinseco di quelle figure artistiche. Da qui il ‘non finito’ e i due affreschi paolini di cui sopra e i lavori architettonici come nella Piazza del Campidoglio.
Se nel realizzare il Suo David ,Michelangelo pensava e realizzava da ‘artista engagé ‘ ,
in molte altre Opere egli pensava e realizzava da ‘artista puro’ dedito ad una ricerca stilistica e solo a quella.( Come fatto già cenno, Michelangelo con Leonardo porteranno – con queste loro ‘esitazioni artistiche’ – , a realizzazioni come quelle di un Vermeer o di un Rembrandt…).
Nota;
Se l’antica Roma fu artefice della nascita del Diritto come noi lo conosciamo nella sua forma attuale,
la Grecia antica fu artefice dell’arte moderna.
E se Roma conquistò militarmente la Grecia, questa conquistò artisticamente Roma. ( Le innumerevoli copie romane di originali lavori scultorei in marmo greci sono li a testimoniare ciò ).
Con la caduta di Roma seguì un lungo Evo ,tradizionalmente diviso in tre parti temporali, in cui l’arte fu al servizio del mondo religioso cristiano ; ‘l’uomo in Dio’ vedi/cfr ;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2014/10/19/museo-di-san-marco-firenze-visita-virtuale/
Col finire di questa lunga Epoca, si ha un rovesciamento da :‘l’uomo in Dio’ in : ‘Dio nell’uomo’.
Questa in fondo l’essenza della risposta alla domanda :‘ cosa vuol dire rinascimento ? ‘ .
Inevitabile, con questa nuova Epoca la riscoperta dell’uomo anche nella sua fisicità e fisiognomica. Uno dei primi artefici di ciò fu Ambrogio di Bondone , alias Giotto .
Di lui un cronista dell’arte e pittore – Cellino Cellini – ,coevo di Giotto, ebbe difatti ad affermare:’
:’Rimutò l’arte di greco in latino
e la ridusse al moderno
Cellino Cellini 1390 circa
Col progredire dell’arte da un primo periodo – denominato solitamente col termine di ‘Umanesimo’ – di questa nuova Epoca, in forme sempre più definite con proprie caratteristiche, ci si doveva discostare necessariamente ,
prima
da un’arte bizantineggiante ad una latina – greca , di cui Giotto fu uno degli artefici,
poi
da un’arte greca – latina ad una ‘moderna’ (cinquecentesca) .
Leonardo fece questo come sopra detto,
Michelangelo tentò questo con il ‘unfinished’ or ‘sketches’ ; percorso diverso da quello leonardesco ma con identico intento …
Quando Michelangelo creava opere come il Suo David,
non poteva che essere ammirato da tutti, e apprezzare Lui stesso tanta perfezione.
Ma una perfezione che era memoria di Opere greco – latine , e come tali rifacimenti artistici, privi di quella originalità da lui tanto ricercata.
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Nota; (**)
E’ singolare notare un parallelo che nasce dal raffronto di due dati oggettivi, da cui scaturisce un parallelo stilistico;
Michelangelo era di una generazione più giovane rispetto a Leonardo ( circa una ventina di anni ).
Simone Martini al pari era di una generazione più giovane rispetto a Giotto/alias Ambrogio di Bondone.
Al pari, come Leonardo dimostrerà una maggiore attualità stilistica, come sopra visto, rispetto a Michelangelo ,benché più vecchio di Michelangelo,
così parimenti Giotto dimostrerà una maggiore attualità stilistica rispetto a Simone Martini,benché più vecchio di Simone Martini.
Difatti se Giotto sarà un precursore de : ‘Dio nell’uomo’ , Simone Martini resta legato al concetto de : ‘ l’uomo in Dio ‘ . Vedi in merito al seguente link;
https://soloalsecondogrado.wordpress.com/2014/10/19/museo-di-san-marco-firenze-visita-virtuale/